Ecco quanto si potrà ritirare alla scadenza del lungo termine di questo buono, dopo che sono maturati tutti gli interessi previsti. Di quali cifre si parla
In un frangente storico come quello che si sta vivendo, è l’esistenza stessa che sta sottolineando l’importanza che mai come oggi rivestono i risparmi. Specialmente nelle famiglie, poi, la priorità sulla sussistenza presente e su quella futura si estende, come è immaginabile, ai figli. La popolazione italiana ha da sempre avuto la tendenza a mettere da parte delle somme per qualsiasi inconveniente; e certamente questa virtù viene in soccorso in molti casi.
È però opportuno riconoscere che la cifra stilistica dell’attuale crisi è quella di aver eroso i redditi più svantaggiati tramite l’inarrestabile opera dell’inflazione sì, ma anche di aver ridotto la capacità di risparmio; conseguenza, quest’ultima, dovuta alla speculare azione dell’aumento del costo della vita, ossia – in prima battuta – dei prezzi sui beni di consumo (senza escludere i beni essenziali).
Quando si parla di risparmi, non si può non associare la semplice azione di mettere da parte una somma per il futuro (il proprio o dei figli) con quella di depositarla in un luogo sicuro, adatto e in grado di valorizzare il denaro. Il terminale principale di questo breve processo non è che rappresentato da Poste Italiane. È dall’ufficio postale che è passata la gran parte della vita monetaria dei cittadini del basso e medio ceto.
Frutto dell’antica concessione statale, le Poste, divenute nel frattempo un Gruppo di dimensioni considerevoli nel comparto economico nazionale, hanno saputo prendere incarico dei piccoli e medi risparmi delle famiglie, tramite pochi ma efficacissimi strumenti per la loro gestione. Si parla ovviamene del famigerato libretto dei risparmi e dei buoni fruttiferi; pochi, ma attualmente declinati in decine di forme di personalizzazione.
Di base, però, la tranquillità poggia su condizioni estremamente favorevoli. I buoni fruttiferi, infatti, vantano la garanzia sul rischio del capitale da parte di Cassa Depositi e Prestiti, la tassazione agevolata al 12,50% e l’esenzione dal calcolo dell’imposta di successione. Al posto degli storici buoni trentennali, oggi vi sono a disposizione buoni con ottimi rendimenti sul breve e medio termine, con la durata massima di 20 anni e giù discorrendo. Aderendo ad un Buono 4×4, si può sfruttare il tasso di rendimento del 3,00% per 16 anni, pur avendo la possibilità di richiedere la restituzione del capitale investito dopo soli 4 anni o dopo 8 o 12 anni, riconoscendo gli interessi maturati al termine di ciascun quadriennio. Più la somma iniziale è significativa, più il capitale complessivamente prodotto sarà di assoluto interesse alla scadenza: investendo l’importo di 2mila euro, si potrà ritirare, nel 2039 (a partire da quest’anno), un netto di 3.058,23 euro, con interessi lordi di 1.209,41 euro e ritenute per 151,18 euro.