Licenziamento giusta causa, si perde il TFR?

Ecco quali conseguenze comporta il licenziamento involontario sul piano della liquidazione e quale destino è riservato al trattamento di fine rapporto

TFR (Foto Adobe – pensioniora.it)

Sebbene la precarietà e la flessibilità siano concetti insinuatisi pienamente nel midollo del mercato del lavoro, di fatto l’immagine offerta dalla realtà sul piano dell’occupazione presenta degli esiti percentuali che rivelano margini di crescita della produzione risibili (pari ai ritmi della crescita pre-Covid) e parallelamente – come accennato – margini di occupazione niente affatto brillanti sul lungo termine.

D’altronde, la successione di una crisi dietro l’altra sembra impedire i termini di una programmazione stabile dell’organizzazione sociale, la quale deve far fronte, invece, alla permanenza di piani emergenziali dettati dal principio della cosiddetta resilienza. Gli stravolgimenti investono ovviamente il futuro dei lavoratori, i quali si confrontano annualmente con le correzioni sul sistema pensionistico. Su un piano anagrafico, perlopiù correzioni peggiorative.

Licenziamento giusta causa, il TFR è comunque garantito?

TFR (Foto Adobe – pensioniora.it)

Alla premessa, non bisogna dimenticare la fascia di popolazione senza lavoro, quella oggetto a volte di essere additata come consumatrice immeritevole di benefici assistenziali e sussidi erogati dall’INPS. Tra i fuoriusciti dalle loro mansioni, vi sono le ex buste paga che possono beneficiare dell’indennità di disoccupazione Naspi, ottenibile dopo il licenziamento involontario già dall’ottavo giorno successivo all’interruzione del rapporto di lavoro.

Il licenziamento per giusta causa avviene sotto una forma perlopiù immediata e senza preavviso, a seguito della ripetersi di un comportamento gravemente lesivo verso gli interessi di un’azienda, da parte di un dipendente. Dunque, oltre al mancato rispetto degli oneri contrattuali, l’interruzione di un rapporto di lavoro può rendersi inevitabile in caso di furto, atti di violenza, comportamenti disdicevoli.

Tra le “giuste cause”, non sono escluse: dichiarazioni di falsa malattia o infortunio; la la violazione del patto di non concorrenza; l’abuso o l’uso improprio dei permessi in base alla ex legge n. 104/92. Di fronte al licenziamento involontario, è possibile richiesta la Naspi, e dunque in assenza di una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro o di dimissioni volontarie. Ad ogni modo, per quanto grave, la giusta causa non impedisce al lavoratore di ottenere la liquidazione del trattamento di fine rapporto (TFR), erogato dal datore di lavoro, senza eccezione sulle modalità di presunto preavviso o meno.

 

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