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Cosa rischierai col nuovo RdC in caso di imbrogli

Il nuovo Reddito di Cittadinanza entrerà in vigore a partire da gennaio 2024: ecco tutti i rischi a cui vanno incontro i furbetti

sanzioni furbetti nuovo RdC (Foto Adobe-pensioni.it)

Il Reddito di Cittadinanza è pronto a sparire definitivamente il 1° gennaio 2024 e lasciare il posto ad una nuova misura: l’Assegno di Inclusione. Il centro – destra, infatti, non ha mai visto di buon occhio la misura introdotta dal governo Conte nel 2019 come sostegno al reddito ed introduzione al mondo del lavoro.

Lo scorso 1°maggio, poi, il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Dl Lavoro in cui pone le basi definitive per la modifica del RdC: a partire dal mese di settembre la misura sarà sdoppiata in due: da una parte ci sono gli occupabili che riceveranno il Supporto per la formazione e il lavoro, e dall’altra parte i non occupabili che percepiranno l’Assegno di Inclusione.

Nuovo Reddito di Cittadinanza, i rischi per i furbetti

sanzioni furbetti nuovo RdC (Foto Adobe-pensioni.it)

Per quanto riguarda l’Assegno di Inclusione, questo entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2024 ed avrà un importo non inferiore a 480 euro mensili. La misura spetta a tutti coloro che non sono occupabili, ovvero ai nuclei familiari con persone con più di 60anni, minori o disabili. L’assegno di inclusione durerà 18 mesi con stop di 1 mese e possibili rinnovi per ulteriori 12 mesi sempre con 1 mese di stop.

La domanda per l’Assegno di Inclusione deve essere fatta in modo telematico all’INPS da coloro che sono cittadini italiani o cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, residenti in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. L’ISEE non dovrà essere superiore a 9.360 euro e il reddito familiare inferiore 6mila euro annui.

Si fanno poi, più stringenti i controlli e le relative sanzioni per tutti i “furbetti”. Innanzitutto l‘assegno decade in caso di rifiuto della prima offerta di lavoro congrua. Chiunque poi rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni.

Anche l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, e di altre informazioni dovute e rilevanti, è punita con la reclusione da uno a tre anni. In caso di condanna definitiva del beneficiario che comporta una pena non inferiore ad un anno di reclusione, il beneficio decade e il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito.

Pubblicato da
Ramona Buonocore