Ecco qual è il percettore che guadagnerà la maggiorazione che farà crescere l’assegno mensile fino a questo importo. Di cosa si sta parlando
Da quando il Decreto Lavoro è approdato al Consiglio dei Ministri per l’opportuna approvazione, si sono susseguite varie novità ed emendamenti, di cui non necessariamente peggiorativi o atti a ridimensionare il raggio di azione delle misure. Certamente il Decreto Lavoro persegue gli obiettivi della legge di bilancio attuale, la quale sta trainando i cambiamenti prefissati dall’agenda del governo Meloni.
La base di tutto resta l’eredità di due importantissimi strumenti INPS traghettati nel 2023 con le opportune proroghe. Oggetto di questa misura sono l’Assegno Unico e universale per le famiglie e il Reddito di Cittadinanza. Il primo è così giunto alla seconda annualità a partire dal mese corrente, sulla base delle domande di rinnovo e delle nuove richieste pervenute entro il 28 febbraio scorso; mentre per il secondo, il discorso è ben più ampio.
Note innanzitutto le attuali modifiche che hanno nettamente ridimensionato (più che rinnovato) lo strumento di assistenza per i redditi più bassi, ossia il Reddito di Cittadinanza, durante la coda estiva sarà ufficializzata la nuova misura che in prima battuta lo affiancherà, per sostituirlo definitivamente dal 1° gennaio 2024. Si parla della nuova MIA, la misura di inclusione attiva.
In realtà, si tratta di un pacchetto di misure più piccole, ciascuna ad hoc per la fascia di appartenenza all’interno dello strumento; infatti, la principale novità è rappresentata dalla suddivisione della popolazione del RdC in soggetti occupabili e non occupabili. I primi accedono così alla neonata prestazione di avviamento al lavoro (PAL), ricevendo un assegno mensile pari a 350 euro “assicurato” al 31 dicembre 2023, prima del rinnovo fino a 12 mesi.
Parallelamente, è previsto il cosiddetto Assegno di Inclusione, che verrà versato ai soggetti dei nuclei familiari con disabili, over 60 o minorenni a carico; esso consiste nell’accredito di un importo maggiore rispetto alla PAL, ovvero pari a 500 euro. Non solo: esso destina a beneficiari di uno sgravio fiscale del 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro in determinate circostanze. Perché ai datori di lavoro? Perché i percettori dell’AsI possono essere assunti a tempo indeterminato o a termine, e ancora, a tempo pieno o parziale. L’azzeramento sul versamento dei contributi da parte delle azienda è esteso per 12 mesi, per un massimo di 8mila euro annui. Se si assume con contratti a termine o stagionali, lo sgravio si riduce al 50% per la stessa durata di un anno.