Cosa può succedere in caso di cartelle esattoriali, che pericolo corrono le pensioni dei debitori, che aspettarsi
Può succedere di trovarsi alle prese con le cartelle esattoriali per un debito non saldato con l’Amministrazione pubblica. Questo è uno strumento con cui viene notificata al cittadino l’avvenuta iscrizione a ruolo e consente a Agenzia delle Entrate Riscossione di agire in maniera obbligatorio nei confronti del contribuente per recupare il debito insoluto.
Questa la descrizione generale dello strumento usato dal fisco per la comunicazione al debitore. Ma che cosa succede se quest’ultimo è un pensionato? Si rischia non ricevere più l’assegno mensile in presenza di debiti e quindi una cartella esattoriale? Comunque una cartella esattoriale è una notifica e come tale va trattata anche da un pensionato.
Si deve ricordare che una cartella esattoriale è, come accennato, una sorta di avviso al contribuente con il quale l’Agenzia delle Entrate Riscossione richiede al contribuente il saldo degli importi che sono risultati a debito dopo il controllo dell’ente creditore (Inps, Comune, Agenzia delle Entrate, eccetera).
Quindi una volta conosciuto l’ammontare del debito il cittadino ha diverso tempo a sua disposizione per provvedere al pagamento della somma. Le cartelle notificate hanno in genere 60 giorni di tempo per essere saldate, ma la legge di Bilancio 2022 ha allungato i tempi a 180 giorni per quelle emesse fino al 31 marzo del 2022. Il pagamento può essere anche rateizzato, senza dimenticare le procedure di stralcio e rottamazione decise nell’ultima manovra economica.
Quindi esistono delle possibilità per evitare che la cartella scada. Solo al termine del periodo indicato nella cartella, l’agente riscossore provvede all’esecuzione forzata per il recupero del credito. Solo in caso di mancato pagamento della cartella si rischia il pignoramento della pensione, in questo caso infatti può scattare il cosiddetto pignoramento presso terzi con la trattenuta direttamente alla fonte, l’Inps, di una parte della rata pensionistica.
Vi sono tuttavia dei limiti all’esecuzione forzata che considerano un minimo vitale previsto dalla legge non pignorabile. Quindi il diritto all’assegno pensionistico non viene messo in discussione, ma il debito potrebbe portare a una riduzione della rata mensile fino al saldo di quanto dovuto all’ente creditore.