Ecco delle prime stime di quanti non riceveranno il Reddito di Cittadinanza con le nuove regole da poco introdotte
Con il decreto Lavoro presentato il 1° maggio e diventato ufficilamente norma dello Stati a partire dal giorno 5 maggio, il Reddito di Cittadinanza introdotto nel 2019 dal governo Conte I è stato ufficialmente abbandonato. Ci saranno 2 nuove misure che ne prenderanno il posto, si tratta dell’Assegno di inclusione e del Supporto per la formazione e il lavoro.
La prima prestazione prenderà il via definitivamente dal 1° gennaio del 2024, mantenendo caratteristiche simili al Reddito di Cittadinanza. mentre la seconda che inizierà a partire dal 1° settembre di quest’anno sarà del tutto nuova e con meccanismi e attributi del tutto diversi. Ma quanti rientreranno nelle nuove prestazioni?
Secondo le relazioni tecniche che accompagnano il decreto legge con l’arrivo delle due nuove prestazioni circa 400mila famiglie, per un totale di oltre 615mila persone, non avranno diritto ad alcun supporto. Una famiglia su 3 e una persona su 4 perderanno il sussidio. Attualmente i nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza sono circa 1,1 milioni corrispondenti a circa 2 miliini e mezzo di persone.
Queste famiglie fanno parte dei cosiddetti occupabili tra i 18 e i 59 anni che non rientrenanno nei nuovi requisiti previsti dalla legge. Brevemente ricordiamo che l’Assegno di inclusione riguarderà esclusivamente le famiglie con anziani oltre i 60 anni, minori o disabili aventi un valore Isee complessivo non superiore a 9360 euro.
Si prevede nelle schede tecniche del decreto, che l’anno prossimo riceveranno il nuovo beneficio circa 700mila famiglie. Gli occupabili dai 18 ai 59 anni saranno coinvolti nel Supporto per la formazione e lavoro, con famiglie senza soggetti fragili e valore Isee non superiore a 6mila euro. Si tratta di una indennità di partecipazione a progetti di formazione, politiche attive del lavoro o attività come lavori socialmente utili.
Il sussidio verrà erogato per la durata dei corsi o delle attività e non potrà essere prorogato. A essere coinvolti secondo stime ministeriali circa 436mila nuclei familiari, per un tolate di circa 615mila persone. Quindi gli occupabili con valore Isee superiore ai 6mila euro, senza soggetti fragili nel nucleo familiare, perderanno il reddito di cittadinanza, anche se attualmente rientrano nei parametri previsti.