Nuove verifiche sui soggetti a cui sono state riconosciute le agevolazioni della Legge 104; oggetto dei controlli sono le spese, ma non solo. Cosa succede
Quello che nel 1992 è stato compiuto è un passo di civiltà. Ben inteso, il primo di una lunga serie di passi da compiere nel Paese. Si sta parlando del varo della cosiddetta Legge 104; in realtà un pacchetto di norme a favore delle persone portatrici di handicap, in grado di favorire l’inserimento sociale, lavorativo e previdenziale. Ovverosia le basi dei diritti e dei doveri che parificano i cittadini, qualunque essa sia la condizione economica, ancorché di salute.
Con la legge 104, il soggetto interessato può coniugare le difficoltà psicomotorie con una vita lavorativa e sociale; ciò è consentito grazie ad agevolazioni che adeguano la presenza sul posto di lavoro alle condizioni di salute, e tramite sconti di natura fiscale sugli acquisti. Insomma, concordando un calendario di permessi lavorativi retribuiti con il datore di lavoro, il lavoratore può continuare a ricevere assistenza sanitaria, cure od effettuare visite specialistiche.
Da un punto di vista strettamente fiscale, la legge 104 stila delle tabelle inerenti alle agevolazioni sugli acquisti, tradotte in spese detraibili sulla dichiarazione dei redditi e con tagli sull’iva, come ad esempio sulle spese sanitarie, gli acquisti di prodotti e dispositivi medico-sanitari, o sugli apparecchi elettronici, quali i computer; oppure, ancora, l’iva agevolata per l’acquisto di un auto, e la relativa esenzione del bollo.
Proprio in relazione al trasporto, l’iva sulla compravendita scende dal 22 al 4%; così come sono riservati sconti sull’acquisto di prodotti anche per la casa. Le detrazioni di talune spese vanno opportunamente comunicate nella dichiarazione sostitutiva unica, ma attenzione: palesi errori comportano sanzioni gravose, fino a 5mila euro. Non ultimi, un erroneo od improprio utilizzo dei permessi usufruiti grazie alla legge 104.
La Dichiarazione di Sostituzione Unica, allegata nel modello ISEE, deve presentare correttamente le suddette informazioni. L’impiego idoneo dei permessi lavorativi è infatti oggetto dei controlli da parte dell’INPS, ma anche delle verifiche effettuate dallo stesso datore di lavoro. Quest’ultimo può avviarli tramite l’attività di un’agenzia di investigazione. In caso di uso improprio o abuso dei permessi, potrebbe indurre al licenziamento per giusta causa; ad esso segue la richiesta di un risarcimento per danni. Tali controlli vengono svolti anche sulle persone che assistono i soggetti disabili, ugualmente investiti dai benefici della legge 104. Per le false dichiarazioni, la multa amministrativa oscilla dai 5.164 ai 25.822 euro se il vantaggio fiscale tocca i 3.999 euro; oltre, scatta la responsabilità penale.