Nuova maschera per i truffatori che ora, dismesse le divise istituzionali, puntano a scardinare la barriera affettiva; sempre per denaro. Ecco come operano
Dal punto di vista del progresso “accessibile” alla massa, la rivoluzione tecnologica ha avuto la sua sineddoche nel telefono, o meglio il cellulare; anzi, lo smartphone. Insomma, un dispositivo che ha perso i connotati originari e ne ha acquisiti di molti altri. Certo, se di telefono si può ancora parlare, tra le prime componenti essenziali dell’apparecchio abbandonate dai nuovi dispositivi, c’è la voce dell’interlocutore.
I contatti telefonici verbali, quando si manifestano, vengono scambiati fondamentalmente sotto i messaggi vocali, ormai di moda oggigiorno. Forse una sorta di ritorno alla voce dopo tanto scrivere (messaggi, ovviamente) e tante emoticon prodigate. Tutto questo, ossia la fase scritta e il successivo accompagnamento di un redivivo messaggio verbale. avviene però sotto l’egida delle piattaforme dei servizi di chat istantanea.
La chat (ma molto più di una chat) per smartphone più utilizzata, WhatsApp, rappresenta largamente la piazza degli ascolti e della lettura dei singoli e dei molti. Si comunica con una persona, ma la comunicazione è oggi anche collettiva, tramite i gruppi. La confusione è l’inevitabile effetto collaterale di un’espressione sempre meno concentrata su di un solo individuo e sempre più (troppo) rapida e immediata.
Anche il tradizionale gesto del genitore di acquistare un cellulare al figlio adolescente in modo tale da restare in contatto durante le uscite di quest’ultimo, è stato sostituito (non tanto l’acquisto, ma la modalità di contatto) con lo sbrigativo messaggio di WhatsApp. Difficile da credere che questo semplice, quasi banale scambio familiare potesse costituire la testa d’ariete dei truffatori per incassare l’ennesimo colpo di furto di denaro.
Via la divisa da finto operatore telefonico o dalla falsa interfaccia bancaria o di un ente statale (nell’ambito del phishing), i malviventi lanciano questo messaggio ad ignari genitori: «Ciao mamma mi è caduto il telefono. Questo è il mio nuovo numero». Lanciano un veloce “SOS” di aiuto e finiscono per convincere l’interlocutore ad effetturare una ricarica urgente per far tornare il figlio a casa; altri, invece, provano a sottrarre l’accesso al conto corrente, per inoltrare bonifici che trasferiranno denaro all’estero. Prima ancora dell’insolita richiesta di denaro, la cortesia di salvare il nuovo numero tra i contatti della rubrica, sostiene il Commissariato di Polizia di Stato online, deve mettere in allerta gli utenti dalla truffa.