Ecco quanto sarà lungo il conto alla rovescia verso il congedo lavorativo, ma soprattutto quali somme saranno da destinare all’INPS. I particolari
Il tema delle pensioni, in un Paese come l’Italia, è sempre più costantemente all’ordine del giorno. Forse perché la popolazione vede aumentare la sua età media e dunque la condizione ideale appare quella di una sussistenza previdenziale progressivamente più diffusa. Il problema però si traduce in un numero, ossia: quanti lavoratori occorreranno oggi per pagare le pensioni di domani.
Volendo essere più precisi, bisogna chiarire che non sono integralmente – per così dire – le casse statali a ristorare mese per mese i percettori del trattamento pensionistico, quanto piuttosto quella fragile bilancia fatta di contributi prelevati dalle buste paga, a carico dei datori di lavoro, oltre che dalle fatture emesse dai lavoratori autonomi e dall’ampio popolo delle partite iva.
Quanti contributi per un cedolino mensile di 2.000€
Se si fosse pensato che la pensione INPS personale si costruisce con il proprio lavoro mese per mese, soltanto parzialmente si può rispondere in senso affermativo. Questo punto di vista relativo è giustificato dal fatto che oramai da circa vent’anni, il cambio del sistema di calcolo ha cambiato non solo le carte in tavola sugli importi che si andranno a percepire in futuro, ma anche il carico di anni di lavoro necessario per “caricare” il credito presso l’ente previdenziale.
Tutt’altro che secondario, anzi, cruciale, è stato il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. In sostanza, si è passati a considerare la media dei contributi lungo gli anni di in un’intera carriera lavorativa, a quella dello stipendio nell’ultimo quinquennio in rapporto – comunque – agli anni versati. Non c’è dubbio: in tal senso, gli assegni pensionistici si sono abbassati e al contempo gli anni professionali sono aumentati.
E ciò in un contesto del mercato del lavoro dove sarebbe indispensabile congedare poco prima del previsto i vecchi lavoratori per dare l’opportunità alle nuove leve di formare la propria carriera. Un costante dubbio amletico che porta di anno in anno nuovi sistemi transitori di pensione anticipata. Resta il fatto che l’obiettivo di un lavoratore è quello di ottenere un rateo mensile che lo mantenga nel sostentamento; e non è un obiettivo da poco, vista la crisi dell’inflazione che ha endemicamente rincarato il costo della vita.
È sufficiente per vivere decorosamente un cedolino da 2mila euro al mese? Bene, chi oggi si avvicina alla pensione, dovrà calcolare una retribuzione lorda di 43mila euro annui: con tutta probabilità gli anni contributi fluttuano tra i 38 e i 40, mentre l’età si attesta tra i 64 e i 67 anni. Oggigiorno, gli stessi verranno collocati nel sistema misto, dove una dozzina d’anni (antedente al 1996) sarà ricalcolata su base retributiva; il resto, nell’attuale sistema contributivo.