Quale possibilità si apre per alcuni lavoratori, stipendio più elevato rinviando la pensione nell’anno in corso
Le possibilità di andare in pensione nella normativa vigente sono varie dalla pensione di vecchiaia ad Opzione donna, dall’Ape sociale alla pensione anticipata ordinaria. Esiste poi il sistema delle cosiddette quote che nel 2023 è precisamente quota 103. Questa opportunità è riservata ai lavoratori che nelll’anno in corso avranno compiuto 62 anni di età e accumulato 41 anni di contributi.
Queste pensioni sono tutte calcolate con il sistema misto per i contributi versati nel corso degli anni di lavoro, cioè in parte mediante conteggio retributivo e in parte secondo quello contributivo, a seconda degli anni di versamenti effettuati prima dell’entrata in vigore della riforma Dini nel 1996. Quindi l’ammontare dell’assegno pensionistico dipende da quanti anni di contributi ci sono prima di quel fatidico anno.
Alcuni lavoratori possono perciò decidere di accedere alla pensione con quota 103 durante il 2023. Ma esiste un’altra possibilità per che questi lavoratori: la scelta di posticipare l’entrata in pensione fino al raggiungimento dell’età per quella di vecchiaia, cioè 67 anni. La novità introdotta dal governo offre l’opportunità di restare al lavoro ottenendo un sgravio contributivo.
In pratica, il lavoratore che sceglie questa opzione richiederà all’Inps lo sgravio dai contributi che deve versare. La somma non sarebbe più destinata alla previdenza obbligatoria, ma resterebbe nella busta del lavoratore. Il risultato dunque uno stipendio più pesante per gli anni restatnti di lavoro. Ma non tutto è oro quello che luccica.
Infatti il montante contributivo maturato dal lavoratore che sceglie di restare in attività, resta immutato e quindi l’assegno pensionistico si cristallizza alla data in cui si rinuncia all’anticipo della pensione. La scelta di restare al lavoro comunque non è irrevesibile e il lavoratore può decidere di rinunciarvi in qualsiasi momento, accedendo alla pensione maturata con quota 103.
Quindi la scelta è tra uno stipendio più alto, ma senza contributi in più, o pensione anticipata con quota 103. Una decisione che deve essere ponderata da ogni lavoratore, valutando il tasso di sostituzione, cioè il rapporto percentuale tra ultimo stipendio percepito e prima rata di pensione, per capire se sarà possibile mantenere il suo tenore di vita con la pensione.