Ecco quali sono le potenziali opportunità che un soggetto fuori dall’ambito familiare e parentale possa accaparrarsi legittimamente una quota dei beni
Le ultime crisi economiche rappresentano la dimostrazione di come nessuna garanzia protegge ermeticamente il reddito di una famiglia; anzi, è inesorabilmente esposto alle dinamiche del mercato – tanto più se internazionali – che in fondo regolano il costo della vita di tutti i giorni. Così è stato: i consumi, o meglio, il potere di acquisto è stata la prima vittima dell’inflazione, ben prima delle conseguenze del rialzo delle bollette energetiche.
A fronte di ciò, i nuclei possono contare su un pacchetto di misure economiche messe a disposizione dallo Stato, in particolare dall’INPS. La principale riguarda l’Assegno Unico e universale, destinata ai lavoratori e ai pensionati con figli minorenni o disabili a carico. Poi, però, possono esservi altri tipi di conseguenze, decisamente più interni. Si pensi agli effetti sul reddito di un lutto familiare.
Eredità, il testamento deve contenere soltanto familiari e parenti?
Nell’ambito della perdita di un familiare, tale evento non passa certo inosservato, non soltanto da un punto di vista affettivo, ma anche economico. I riverberi sono ancorché più accentuati quando la solidità del proprio credito è in mano ad uno solo, ossia al titolare del reddito principale: colui che ha gli altri familiari economicamente non autosufficienti; colui che è passato a miglior vita.
Se il medesimo lascia la titolarità di un trattamento previdenziale, ossia la pensione, l’INPS destina una quota prestabilita per ciascun familiare superstite, con la precedenza all’altro coniuge e ai figli: la cosiddetta pensione di invalidità. Tale ordine della linea diretta viene rispettato anche nel caso della successione di beni mobili e immobili. Un testamento può assegnare le rispettive quote ai legittimi eredi, ma non è indispensabile.
L’ordinamento legislativo, infatti, è in grado, in piena autonomia, di gestire la trasmissione dell’eredità fino al sesto grado di parentela, per il gioco di presenza e assenza di linee parentali. Di fatto, il testamento deve comunque rispettare le prerogative sulle porzioni di patrimonio e reddito da distribuire; può fissare arbitrariamente i nominativi circa le quote restanti. Anche se si trattasse di un estraneo (almeno per gli altri familiari e i parenti). I superstiti possono ugualmente opporsi alle volontà scritte del de cuius, ma sarà al giudice del tribunale che spetterà convalidare la legittimità della successione. Analogamente ai parenti, anche la persona al di fuori della cerchia parentale ha diritto ad un tempo di 10 anni in cui decidere o meno di accettare l’eredità.