Ecco quali indicazioni occorre seguire per portare a termine l’installazione della piscina tanto desiderata, con la massima soddisfazione. I dettagli
Come invita l’antico adagio, sui gusti non si discute. C’è chi vuole e sceglie la casa della vita circondandosi dell’ambiente di una metropoli in via di sviluppo, e si appresta dunque a firmare l’attico di compravendita per un attico in un nuovissima zona residenziale (magari con skyline all’orizzonte); c’è chi, al contrario, realizza il sogno di vivere al centro storico, con un romantico monumento a due passi, mentre si respira aria “d’antan”.
E poi c’è chi punta la prua delle personali ambizioni immobiliari verso la decentralizzazione assoluta: verso una zona tranquilla, circondata da alberi o da varia natura; sicuramente circondata da silenzio. Ovviamente si tratta delle mura di una villetta o di una villa, con un giardino che lascia ispirare, ai proprietari, le molte attività che si possono svolgere nel tempo libero o nel relax.
Con un giardino a disposizione, sufficientemente ampio, la suggestione è automatica: perché non installare una bella piscina? Basta chiamare una ditta specializzata, che presenterà in prima battuta il suo preventivo, rispetto alle misure e alla complessità della struttura desiderata; a seguire, via libera ai lavori. Ma è davvero così tutto facile? A dirsi sì, ma neanche impossibile, grazie alle peculiarità che caratterizzano le piscine prefabbricate.
Non trattandosi di una semplice piscina di plastica, bensì di una struttura interrata, è inevitabile che oltre ad una buona pianificazione, occorra richiedere un’autorizzazione al Comune. Sebbene gli attuali modelli siano realizzati con materiali pre-assemblati e modulabili (quindi un montaggio più rapido rispetto alla costruzione delle piscine tradizionali), gli interventi non possono iniziare senza l’ottenimento del “permesso a costruire” da parte del ufficio comunale.
Il motivo di questa burocrazia è presto detto: si sta parlando di lavori che impattano permanentemente su un terreno non edificato. A maggior ragione che una piscina prefabbricata poggi su una base di cemento. L’autorizzazione potrebbe non arrivare se il suolo è protetto da vincoli idrogeologici. Ad ogni modo, l’intervento non rientra tra i lavori di edilizia libera, pertanto non è sufficiente la presentazione di una SCIA, ma è indispensabile il permesso a costruire. Oltre a garantire gli standard di sicurezza e qualità, la struttura dovrà rispettare le distanze, così come definite dal Codice Civile: 3 metri dal confine con il vicino. Come una costruzione, appunto, dato che è dotata di un terrapieno alto dai 70 agli 80 cm.