Naspi, quale novità è in vista con il prossimo decreto Lavoro per i percettori dell’indennità di disoccupazione
In attesa delle decisioni del governo che si formalizzeranno con l’imminente decreto Lavoro, continuano a inseguirsi voci e indiscrezioni, spesso contraddottorie, ma che testimoniano le aspettative per le scelte che verranno prese. Tra gli argomenti picca di certo la questione relativa al Reddito di Cittadinanza.
O meglio, alle misure che ne prenderanno il posto e che potrebbero essere annunciate con il decreto in via di definizione. Il Reddito di Cittadinanza è infatti destinato a scomparire con l’anno in corso, come prescritto dala legge di bilancio 2023. Dal 2024 verrà sostituito con altre prestazioni che restringeranno la platea dei beneficiari e che ridurranno l’importo degli assegni erogati.
Come detto le voci si rincorrono. Tra quelle positive per i percettori di Naspi la possibile compatibilità tra indennità di disoccupazione e misure sostitutive del Reddito di Cittadinanza. Queste ultime quindi potrebbero integrare la Naspi o essere percepite da un componente del nucleo familiare, ma si attendono conferme e dettagli attuativi.
Invece certa la notizia negativa per le famiglie dei nuclei familari dei beneficiari di indennità di disoccupazione. Infatti i percettori di Naspi sono esclusi dalla possibilità di fruire della Carta risparmio spesa, lanciata a partire dal prossimo mese di luglio, come previsto dal decreto del ministero dell’Agricoltura. Sono escluse quindi dall’accesso a questo beneficio, le famiglie di percettori della Naspi.
La Carta risparmio spesa sarà erogata in un’unica soluzione per 382,50 euro con famiglie con Isee sotto i 15mila euro, ma sarà esclusa la famiglia di chiunque percepisca indennità di disoccupazione versata a qualsiasi titolo. Putroppo la notizia appare certa in quanto è apparso il decreto attuativo della misura, scritto di concerto tra ministero dell’Agricoltura e ministero dell’Economia e delle Finanze.
La Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è riconosciuta ai lavoratori che perdono in maniera involontaria l’occupazione, esclusi gli assunti a tempi indeterminato nella pubblica amministrazione e gli operai agricoli (questi ultimi godono di un’altra misura specifica), e compresi i lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa e nelle situazione di risoluzione consenzuale del rapporto di lavoro nello svolgimento dell’iter di concilazione obbligatoria.