Arriva dalla Lega una proposta per bloccare il lavoro a nero per evitare che furbetti prendano il nuovo Reddito di Cittadinanza
Il “pensionamento” del Reddito di Cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024 è ormai una notizia nota a tutti gli italiani. Il governo Meloni sta infatti lavorando ad una nuova misura che supplisca quella introdotta dal governo Conte nel 2019 per aiutare gli italiani con reddito basso e senza lavoro a trovarne uno.
Il centro-destra non ha mai visto di buon occhio il RdC e una delle prime azioni del governo Meloni è stato quello di modificarlo a partire dal 1° gennaio 2023. Il passo successivo del governo è quello di introdurre una nuova misura, la GAL, ovvero la Garanzia di Inclusione al lavoro. Notizia delle ultime ore è che la riforma che accompagnerà il nuovo RdC porterà con sé una stretta contro i furbetti.
Il Reddito di Cittadinanza, sin dalla sua prima introduzione, ha portato con sé un problema grave: i così detti furbetti, ovvero coloro che di fatto non avevano i requisiti per poter beneficiare della misura ma che, tramite escamotage, riuscivano di fatto a percepire la ricarica ogni fine mese. Altra piaga collegata al RdC è quella del lavoro a nero: in molti lavorano in questo modo potendo così percepire anche il RdC.
La nuova riforma del RdC dovrà portare con sé anche una stretta contro i furbetti ed è proprio su questo punto che sta lavorando il governo Meloni. Il 1° maggio è il giorno in cui sarà approvato il nuovo Dl che contiene anche il dossier sul nuovo RdC: entro pochi giorni, quindi, si saprà il destino della GIL, PAL e GAL, le misure destinate agli occupabili senza soggetti fragili nel nucleo familiare (minori, disabili, over 60).
Nel caso in cui GIL, PAL e GAS non dovessero vedere mai la luce la Lega propone una stretta che riguarda la partecipazione fisica ai corsi di formazione, requisito fondamentale non solo per poter ottenere la ricarica a fine mese ma anche per avere, eventualmente la PAL che accompagnerebbe gli occupabili tra settembre e dicembre 2023. In questo modo chi lavora a nero non avrebbe tempo di partecipare ai corsi di formazione finendo con il rinunciare al sussidio.
Secondo il partito di Matteo Salvini, quindi, stabilire l’obbligo di presenza in aula per i corsi di formazione e firmare la presenza è il modo migliore per contrastare le truffe ai danni dell’INPS relativi al Reddito di Cittadinanza da parte di chi pratica il lavoro nero.