Notizie contraddittorie sul nuovo RdC, cosa accadrà agli occupabili dai 18 ai 59 anni le ultime indiscrezioni
Con la legge di bilancio 2023 il Reddito di Cittadinanza (RdC) è stato definitivamente fermato. Nel corso dell’anno la sua durata è prorogata fino a fine dicembre per le famiglie con minori, anziani oltre i 60 anni e disabili a carico, mentre per i cosiddetti occupabili dai 18 ai 59, la prestazione è destinata a concludersi nel mese di luglio.
Si parla tuttavia di misure che prenderanno il posto del RdC, caratterizzate comunque da fasce di ingresso Isee più basse, importi mensili degli assegni ridotti e durata complessiva delle erogazioni minore. Sembra evidente la volontà di contenere le spese per le casse statali, puntando su una stretta al sussidio e legando la fruizione del sostegno a percorsi di reinserimento lavorativo per gli occupabili.
RdC cosa aspetta i percettori dai 18 ai 59 anni
Ad accompagnare i percettori occupabili verso nuove forme di sussidio dovrebbe essere il cosiddetto PAL (Prestazione di Accompagnamento al Lavoro) erogato a partire da settembre fino a dicembre con obbligo di partecipazione a corsi, previsti nel programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), di reinserimento professionale per persone uscite dal mondo del lavoro. Poi a partire da gennaio 2024 per gli occupabili dovrebbe prendere il via la GAL (Garanzia per l’attivazione lavorativa), pensata proprio per i soggetti a maggior rischio di esclusione sociale o lavorativa.
Ma proprio con gli occupabili nascono le prime perplessità. Per quanto riguarda i corsi di aggiornamento lavorativo previsti dai programmi GOL, in molte regione soprattutto al sud, non sono nemmeno in cantiere e molti percettori di Reddito di Cittadinanza occupabili al termine della proroga di quest’anno, potrebbero trovarsi scoperti. Non solo, circolano voci insistenti su una possibile bocciatura della Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL), invisa a larghe parti della maggioranza di governo. Quindi le iniziative date per scontate fino a qualche giorno fa, potrebbero non vedere il via.
La decisione potrebbe essere presa il primo maggio, giorno della riunione del Consiglio dei Ministri per la discussione sul decreto cui sta lavorando il ministro del Lavoro. Si tratterebbe di un duro colpo per i percettori occupabili costretti a rinunciare definitivamente al Reddito di Cittadinanza.