Basta semplicemente un errore di valutazione senza fini illeciti, ma la mancata presentazione non passa inosservata alla lente dell’ufficio di riscossione
Il cittadino, in qualità di contribuente deve assolvere a diversi compiti nel corso dell’anno. Il cosiddetto anno solare, oltre a seguire il “suo” calendario non è certo libero dai vincoli di un altro tipo di calendario, ossia quello previdenziale e fiscale. Si tratta di un’agenda, quella del contribuente, contenente croce e delizia dal mondo assistenziale degli ordinamenti statali. Ovviamente, non ci sono solo esborsi, ma anche delle entrate extra stabilite nei confronti di chi ha più bisogno.
È questo il principio su cui si basa la prerogativa costituzionale assistenziale, la quale deve comunque essere nutrita costantemente da fondi. Ad ogni cittadino interessato per legge dalla logica delle tasse, deve contribuire nella misura congrua a cui deve esporsi. Quelle entrate andranno ad alimentare strumenti di sostegno che un giorno potrebbero servire al medesimo contribuente invischiato in una pericolosa riduzione del suo reddito.
Dichiarazione redditi, quali conseguenze in caso di omissione?
Il mezzo con il quale lo Stato si sostiene garantendo continuità ai pagamenti delle sue stesse casse, è la dichiarazione dei redditi. Come molti altri strumenti, vi sono soggetti obbligati, e altri meno, a presentare il modello con la situazione reddituale e patrimoniale da cui il Fisco ricaverà il suo credito; ma dallo stesso, anche il contribuente trarrà il cosiddetto credito d’imposta, liquidato a stretto giro in busta paga o sul cedolino pensionistico INPS.
Tale convenienza è dovuta al pacchetto di norme che determina la possibilità di detrarre diverse spese per sé e per i propri familiari a carico: tra queste, le spese sanitarie, il costo dell’abbonamento al trasporto pubblico, il costo della partecipazione ad attività sportive e inoltre le spese universitarie. Basta presentare ricevute, fatture e scontrini relativi a pagamenti tracciabili per ricevere il rimborso fino al tetto massimo imposto dalla franchigia.
Dal 2 maggio 2023, è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate il modello 730 precompilato, da scaricare, sottoscrivere e reinoltrare entro il prossimo 31 maggio. Per i contribuenti che allegheranno i giustificativi per la detrazione delle spese, nell’ambito della compilazione (autonoma o con l’assistenza di un CAF) del modello di dichiarazione, la scadenza è spostata a fine giugno. Come accennato, quello della dichiarazione è un adempimento obbligatorio nella maggior parte dei casi, tra i lavoratori e i pensionati. Nel caso di mancata presentazione nei termini previsti, vi sono ancora 90 giorni di tempo per regolarizzare la propria situazione. L’omissione (passati i 90 giorni) comporta invece pene più gravi. A livello amministrativo, la sanzione varia da 120% al 240% sull’ammontare delle imposte dovute, oltre una multa da 250 euro a mille euro. Per imposte evase superiori a 50mila euro, scattano le sanzioni penali: la reclusione, da un minimo di un anno e sei mesi al massimo di quattro anni.