L’Agenzia delle Entrate effettua dei controlli sui bonifici in entrata e in uscita che risultano essere sospetti: ecco come evitarli
Una delle più grandi paure dei contribuenti italiani è quello di avere problemi con l’Agenzia delle Entrate. La maggior parte di questi problemi lo si ha in relazione dell’arrivo di cartelle esattoriali per debiti non pagati ma anche per controlli che riguardano i movimenti sul conto corrente, come sono i bonifici in entrata ed in uscita.
A destare controlli da parte del Fisco sono infatti o i bonifici ricevuti con un importo non dichiarato: l’Agenzia delle Entrate può infatti conoscere, al termine di ogni anno, tutte le movimentazioni in entrata e in uscita da un conto e selezionare quelle “sospette”, ossia quelle che non hanno una corrispondente voce all’interno della dichiarazione dei redditi o del 730.
Il Fisco può verificare i bonifici ricevuti da un contribuente sul proprio conto tramite l’Anagrafe tributaria, un database in cui sono riportati tutti i contratti tra contribuenti e istituti di credito. In questa sezione sono riportati i saldi dei conti correnti, i bonifici effettuati e ricevuti e gli altri rapporti contrattuali.
Il Fisco si sofferma sui bonifici sospetti, ovvero quelli che non vengono dichiarati: in altre parole parliamo dei bonifici la cui somma non trova una corrispondente voce nella dichiarazione dei redditi. Ovviamente sono esenti da controlli serrati i bonifici che riguardano un risarcimento danni o una vincita al gioco o alle scommesse, di una donazione da parte di un genitore, della vendita di un oggetto usato.
Nel caso in cui sia partito un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente deve fornire la prova contraria per evitare che il bonifico non riportato sulla dichiarazione sfoci in un accertamento. La prova contraria consiste in una prova documentale relativa alla non imponibilità della somma.
Proprio per questo motivo, per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate, che sarebbe bene mantenere una documentazione dettagliata di ogni transazione finanziaria e giustificare la provenienza dei soldi ricevuti. Nel caso in cui non si riuscisse a giustificare adeguatamente un bonifico bancario, l’Agenzia delle Entrate emetterà un avviso di accertamento e richiederà il pagamento delle imposte relative alla somma bonificata, oltre agli interessi e alle sanzioni per l’evasione fiscale.