L’abbonamento mensile diventa sempre più economico ma senza rinunciare alla qualità; anzi, la piattaforma rilancia. Di quale novità si tratta
Quest’anno dovrebbe rappresentare l’anno del grande dibattito sul canone Rai: dal 2024 torna nella sua classica modalità; in altre parole, si presenterà al cospetto del portafoglio dei cittadini, separato dalla fattura dell’utenza elettrica. Se il singolare sistema di pagamento relativo alle spese della tv pubblica abbia avuto solo un pugno di estimatori, la convivenza con la bolletta dell’elettricità ha prodotto un importo più basso e un allargamento della maglia sulla rateizzazione.
Ad oggi, non solo non si conosce l’importo dell’abbonamento radiotelevisivo che farà parte del nuovo obbligo, ma ad oggi i cittadini non sanno ancora nulla – e forse è ancora tutto da decidere – sulle modalità del pagamento. In sostanza, non è noto se verrà ripristinato il bollettino, ma in questo modo si ripristinano anche quelle condizioni che hanno foraggiato l’evasione del canone. Con molta probabilità si paleserà in forma di codice tributo nella dichiarazione dei redditi.
Le questioni economiche si dibattono nel contorno del pieno sviluppo del digitale terrestre che dovrebbe portare la Rai a sviluppare il formato definitivo per consentire la completa visualizzazione dei canali in formato alta definizione. Un bel traguardo a cui stanno pensando anche altre realtà che ruotano ad un monitor, sia un televisore o un tablet. D’altronde, tra le nuove generazioni (soprattutto), la Rai non è certo il brand monopolizzante sui gusti dell’intrattenimento.
Insomma, a farla da padrone sono le piattaforme di contenuti a pagamento. E se in passato era il calcio a legare gli orizzonti affaristici dei canali non in chiaro, è evidente che la miniera d’oro di pubblico è rappresentata dalle serie tv. In questo ambito, Netflix ha imposto un alto standard qualitativo, tale da portare il marchio nella posizione leader e con un elevata produzione di prodotti televisivi.
Una delle chiavi del successo è stata anche quella di produrre un abbonamento estremamente accessibile: 5,49 euro al mese (in Italia). Questo è l’ultima tariffa super economica, dopo una progressiva maratona di riduzioni. Se il minimo esborso possa significa pagare in termini di qualità, si commette un errore a pensarlo: infatti, Netflix ha deciso di innalzare la risoluzione al “piano Base”, corredato di pubblicità, da HD a 1080p, ossia sparisce per tutti i piani la modalità 720p. Questo passaggio comporterà la possibilità di riprodurre da due dispositivi simultaneamente. Con la tariffa più economica, si dovrà rinunciare al download dei contenuti in visione offline.