In arrivo un decreto che vieterà la vendita di alcune, specifiche caldaie: ecco di cosa si tratta e quali sono
Ebbene sì, è in arrivo un’importantissima direttiva europea che potrebbe rappresentare un vero e proprio punto di svolta per tutti noi: al centro di questo cambiamento semplicemente rivoluzionario troviamo proprio le caldaie, nostre fedeli alleate nei mesi più freddi e rigidi.
Caldaie che soprattutto nell’ultimo periodo ci hanno fatto ammattire a causa dell’aumento sui prezzi di gas e luce a causa della guerra russo-ucraina. Ma cosa sta succedendo?
Caldaie, ecco quali non saranno più in vendita
Secondo quanto anticipato, sembra che entro il primo settembre del 2029 scatterà un divieto quasi senza precedenti e che impedirà la vendita di tutte le caldaie a gas: ovvero quelle che, fino a questo momento, hanno rappresentato la normalità per tutti noi. Non c’è possibilità di replica o di interpretazione: questo avanzato dal regolamento europeo, dunque, è un divieto semplicemente tassativo nonostante non sia ancora da considerarsi ufficiale in quanto il decreto “ecodesign“ è ancora in bozza.
La sua ufficialità è attesa, in ogni caso, entro il 2024 e senza dubbio darà inizi a una vera e propria transizione ecologica nel mondo delle caldaie e che cambierà del tutto le infrastrutture dei riscaldamento nell’Unione Europe. L’obiettivo, come spiegato, è quella di imporre un limite minimo di efficienza stagionale pari al 115%: va da sé che, in questo modo, qualsiasi caldaia resta automatica fuori. Ma non finisce qui: perché sembra che questi limiti così serrati andranno a lasciare fuori anche quelle alimentate a gas rinnovabile.
L’unica opzione, dunque, consisterà nel rivolgersi in questo caso alle uniche caldaie considerate ancora idonee entro il 2029: ovvero quelle cosiddette ibride, vale a dire costituite da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore, mentre saranno esclude quelle a combustibili fossili come il biometano e l’idrogeno. Insomma, si tratta senza dubbio di un passo molto importante e fondamentale soprattutto per una transizione ecologica verso un mondo più green e soprattutto che cerca di contrastare i danni effettuati fino a questo momento. Ma di certo non mancherà il malcontento causato proprio dai danni economici che questo cambiamento porterà con sé.