Ecco come conoscere in netto anticipo il rateo pensionistico che percepirà chi oggi sta lavorando e ha ancora molti anni di carriera davanti. I particolari
Da poco più di un anno, le pensioni sono al centro di un intenso dibattito pubblico. Sono vari i fronti della discussione, la quale ha traversalmente incrociato i tempi di due crisi economiche e di precarie circostanze di carattere sociale e previdenziale; il tutto con la mediazione di un cambio di governo, nel frattempo. In effetti, ad oggi sono ben individuate e contraddistinte le misure istituzionali tese a valorizzare la prima prestazione erogata dall’INPS.
In linea generale, il comportamento previdenziale assunto nei confronti degli stipendi dei lavoratori, delle loro buste paga, è differente, dato che i provvedimenti non si traducono tendenzialmente in soldi “cash” in più, bensì negli esiti di defiscalizzazioni e detassazioni che sganciano parzialmente la retribuzione lorda dalle trattenute. Un esempio è l’attuale taglio del cuneo fiscale contributivo. Per le pensioni INPS è stato ed è diverso.
Con l’ultima – e attuale – crisi economica palesatasi non solo per ragioni storiche e belliche, ma anche per l’effetto sortito dalla degenerazione dell’inflazione, ai trattamenti pensionistici è stata riservata un’unica misura strutturale, certo, non insignificante. Si tratta del noto adeguamento ISTAT degli importi, anticipato per una frazione all’inizio dell’ultimo trimestre 2022. A gennaio 2023, l’indice effettivo complessivo raggiunto dalla rivalutazione è stato pari al 7,3%.
L’inflazione intanto viaggia intorno all’11%. Nel frattempo, il governo Meloni, per dare maggiore tempestività agli interventi di correzione, ha portato lo scadenzario degli adeguamenti statistici non più a cadenza annuale, ma trimestrale. Con ciò, l’obiettivo è di tradurre in tempo reale i particolari segni positivi che peserebbero altrimenti soltanto sulla spesa degli italiani.
Dal 1° gennaio 2023, inoltre, è entrata in vigore la Quota 103, il nuovo sistema transitorio di pensione anticipata. Con i suoi requisiti richiesti, ossia 62 anni di età e 42 anni di contribuzione versata, si affianca alternativa alla pensione di vecchiaia firmata dalla Legge Fornero, che si ottiene soltanto dopo almeno 20 anni di contributi, compiuti 67 anni di età. Proprio per le diverse casistiche professionali particolari che finiscono per determinare le tempistiche di uscita e di congedo dal mondo del lavoro, l’INPS ha messo a disposizione sul suo sito un simulatore per la propria pensione futura. Una volta inseriti età, storia lavorativa e il rapporto tra retribuzione e reddito, si possono monitorare i contributi versati all’INPS e in tal modo calcolare i periodi di contribuzione mancanti, la data di completa maturazione della pensione (anticipata o di vecchiaia) e l’importo stimato, compreso quello relativo all’ultimo stipendio.