Cosa succederà all’assegno unico e universale erogato alle famiglie in base alle nuove misure che prenderanno il posto del RdC
Come noto ormai il Reddito di cittadinanza è destinato a scomparire nei prossimi mesi, sostituito da misure relativamente diverse. Per le famiglie con minori, anziani oltre i 60 anni e disabili a carico la prestazione durerà fino al termine dell’anno in corso. Invece per i nuclei familiari che non hanno questi componenti la misura durerà solo 7 mesi.
Queste indicazioni erano già presenti nella Legge di bilancio 2023. Ma le prestazioni che prenderanno il posto del sussidio presnte, sono state presentate in questi giorni. Si parla di GI (Garanzia per l’inclusione), PAL (Prestazione di accompagnamento al lavoro) e GAL (Garanzia per l’attivazione lavorativa) queste ultime 2 prestazioni indirizzate alla categoria dei beneficiari potenzialente occupabili, cioè di quelli dai 18 ai 59 anni di età.
Al di là delle sigle e delle definizioni tecniche le nuove preestazioni prevedono una riduzione della platea dei beneficiari. Si abbassano infatti per GI e GAL le soglie Isee per l’accesso, la durata e le modalità di rinnovo, dove consentito (solo per la GI). Modificati anche i parametri di scala di equivalenza in senso restrittivo con conseguente riduzione della ricarica mensile.
Anche per i figli i parametri di scala di equivalenza sono stati ridotti. Nel Reddito di dittadinanza questi sono pari a 1 per il primo componente del nucleo familiare, 0,4 per ogni componente maggiorenne, 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, o di 2,2 nel caso siano presenti disabili grave o non autosufficienti.
Nel GI la soglia base è pari a 1 per tutto il nucleo familiare, 0,4 per ogni componente maggiorenne con carichi di cura (per esempio per chi ha prole sotto i 3 anni di età), 0,4 per ogni componente anziano oltre i 60 anni, o disabile, o invalido civile, 0,15 per ogni figlio fino al secondo, 0,10 per tutti gli altri minorenni.
Ma ecco la notizia positiva, nella bozza di decreto che circola in questi giorni si legge “… nel valore dei trattamenti assistenziali non rilevano le erogazioni relative all’assegno unico universale”. Quindi l’importo connesso alla prestazione per la prole non sarebbe più decurtato, come avviene attualmente, ma sarebbe accreditato interamente ai beneficiari delle nuove prestazioni.