Tra i tanti cambiamenti che il Reddito di Cittadinanza si prepara ad affrontare, molti si chiedono se sarà compatibile con la Naspi
Se ne è parlato a lungo, ma ora sembra che siamo finalmente arrivati a un punto di svolta deciso e soprattutto definitivo: dopo che per tanto tempo, infatti, non era ben chiaro quale sarebbe stato il destino del Reddito di Cittadinanza, ora si è giunti a una conclusione e soprattutto non ci resta altro da fare che abituarci a tutti questi cambiamenti. Molti, però, si chiedono se sarà ancora compatibile con la Naspi, ovvero l’indennità per disoccupazione.
Come ben sapete, infatti, uno dei principali obiettivi di questo nuovo anno è stato sin da subito quello di operare delle vere e proprie modifiche al Reddito di Cittadinanza con l’obiettivo di ridurre le schiere dei percettori fino ad arrivare a una sua totale abolizione nel corso del 2024. Sebbene all’inizio non sembrava essere molto chiaro in che modo si sarebbe raggiunto questo epilogo, adesso le cose sono ben diverse: mentre tutto, dunque, diventa via via più definitivo, molti si chiedono quale sarà il destino della Naspi e se le due indennità continueranno a essere compatibili come negli anni passati.
Inizialmente si era pensato, infatti, di sostituire l’attuale Reddito di Cittadinanza in vigore dal 2019 con una sua versione più moderna e soprattutto rivisitata conosciuta anche come Rdc “Mia”. Le cose però sono ben presto cambiate, e ora siamo arrivati a una tripartizione in fasce di questo aiuto economico. Ma quale sarà, in questo contesto, il destino della Naspi in relazione proprio al reddito di cittadinanza? Scopriamolo.
Come vi abbiamo anticipato, dunque, il Reddito di Cittadinanza sta per essere scorporato in ben tre fasce: per la precisione, una sarà indirizzata a tutti i soggetti occupabili, un’altra alle famiglie con soggetti fragili e per finire l’ultima a tutti coloro tra i diciotto e i cinquantanove anni in gravi condizioni di povertà e a per tanto esposti a un maggiore rischio.
A essere compatibile con la Naspi, tuttavia, sarà solo una di queste tre fasce, ovvero quella “Gil”, rivolta proprio alle famiglie con soggetti fragili al proprio interno: dunque minori, anziani sopra i sessant’anni e disabili.