Certificato di malattia ripetuto, può costare il lavoro?

Cosa succede se si ripete un certificato di malattia? Si creano problemi per il lavoro, addirittura il licenziamento?

certificato continuazione malattia
Malattia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Cosa capita se si è costretti a ripetere il certificato di malattia, perché le condizioni di salute non consentono di riprendere il lavoro? Non è una situazione improbabile, può succedere di essere ammalati, ottenere dei giorni di malattia e al termine di questi non essere in grado di riprendere il lavoro.

Come comportarsi per evitare problemi con il datore di lavoro? Intanto c’è da dire che la norma prevede che durante la malattia, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, dandogli un lasso di tempo (periodo di comporto) durante il quale il datore di lavoro non potrà licenziarlo, almeno fino alla scadenza del periodo di conservazione del posto e anche dopo se c’è la possibilità dell’aspettativa.

Certificato di malattia ripetuto, cosa si rischia

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Malattia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Queste materia è molto delicata ed è disciplinata da molte norme del Codice civile, da sviarate leggi e dai contratti collettivi nazionali. Ci sono degli adempimenti a carico del lavoratore, innanzi tutto bisogna avvertire con tempestività il datore di lavoro della propria assenza per malattia. Poi bisogna sottoporsi a una visita medica per accertare lo stato di malattia, in genere già dal primo giorno, e ottenere la necessaria certificazione.

È il medico a trasmettere la certificazione con la durata e la diagnosi con l’inizio della patologia all’Inps che a sua volta deve informare il datore di lavoro. Se al termine del periodo di malattia riportato dal medico, si è ancora ammalati, bisogna recarsi nuovamente dal medico curante e farsi rilasciare un certificato di continuazione malattia. Si tratta di un nuovo certificato col quale il medico dichiara la prosecuzione dello stato di patologia con la durata del riposo.

Sarà attenzione del medico informare l’Inps che comunica la continuazione della malattia al datore di lavoro. Il lavoratore, se richiesto, deve fornire al datore il numero di protocollo identificativo del certificato di malattia comunicatogli dal medico curante. Non ci devono essere tempi sospesi tra malattia e continuazione. A prescindere dalla durata dei tempi di malattia, previsti dai contratti ai quali bisogna fare riferimento, non devono risultare assenze ingiustificate del lavoratore.

Altrimenti si rischiano sanzioni e addirittura il licenziamento. Ultima avvertenza, se il lunedì dopo la malattia non si può tornare a lavoro e il certificato scade il venerdì precedente, si rischia di essere scoperti per i giorni di sabato e domenica, quindi meglio recarsi alla guardia medica e farsi certificare anche questi 2 giorni.

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