Causa calendario, le convocazioni per il ricevimento del rateo pensionistico subiranno un inevitabile ritardo nelle consegne. Ecco quali sono i motivi
Dal punto di vista della previdenza, il mese di aprile rappresenta il mese dove si concentrano i cambi di “muta” delle misure economiche erogate ai richiedenti. Nella sostanza, si concentrano i rimborsi e gli arretrati verso chi attendeva delle somme che non sono state assegnate correttamente nel periodo di competenza; ciò è accaduto per l’insorgere di varie problematiche interne alla riscossione.
Non solo; sono spesso i ritardi delle prassi nelle verifiche che inevitabilmente impongono la sospensione dei pagamenti verso l’utente posto ad accertamento. Dunque, si assestano anche quelle incerte situazioni di contributi or ora in partenza, sebbene l’inizio sia stato ampiamente annunciato dalla legiferazione anche per il 1° gennaio passato. Può risultare consolante il fatto che da adesso in poi, ci si concentrerà (almeno teoricamente) sulle mensilità di competenza.
Con suddetta premessa, si potrà guardare dal prossimo mese con un certo ottimismo (almeno per il fatto di aver incassato oggi il dovuto di ieri), preoccupandosi degli importi che si susseguono nei mesi correnti. In tale prospettiva rientrano varie misure ordinarie e straordinarie, più o meno regolate dall’attuale legge di bilancio. Un esempio è dato, per esempio, dall’Assegno Unico per le famiglie e il Reddito di Cittadinanza.
Per entrambi, si sta verificando il tempo in cui l’INPS sta annullando le situazioni debitatorie pregresse nei confronti dei cittadini interessati dai contributi. Circa il sostegno alle famiglie con figli minorenni o disabili a carico, si sta trattando del ricevimento di arretrati addirittura provenienti dall’ultimo trimestre 2022, ritardato dai frequenti controlli sull’ISEE familiare, mentre gli stessi riceventi restano in attesa della prima rata relativa alla seconda annualità di erogazioni.
Idem per il Reddito di Cittadinanza, nonostante sia nel pieno del ciclone di cambiamenti che lo stanno conducendo alla progressiva cessazione entro il 31 dicembre 2023, sostituito definitivamente dai contributi che formano la nuova MIA, la misura di inclusione attiva. Anche le ordinarie pensioni INPS, riceveranno entro il mese di maggio importanti maggiorazioni, ossia quelle che la perequazione sta attestando a 600 euro le pensioni minime per gli over 75 e i conguagli derivanti dalla recente rivalutazione ISTAT in base agli indici inflazionistici. Ma tutto ciò non accadrà dal primo giorno di maggio, dato che coincide con la Festa del Lavoro: si rimanda alle consegne che partiranno dunque dal 2 maggio in poi presso gli uffici di Poste Italiane.