Cosa attende i risparmiatori e consumatori italiani nei prossimi mesi, il costo del denaro e i mutui con le banche
La Banca centrale europea (BCE) continua ad indicare e praticare come soluzione (i tassi sono al 3,5 per cento ormai) per l’inflazione, che tende a non rallentare nel continente, l’incremento dei tassi di interesse con conseguente aumento del costo del denaro per imprese e famiglie. Si tratta di una vera e propria stretta monetaria tesa a contenere la domanda interna dei paesi, alle prese con gli aumenti delle materie prime.
Per Francoforte, sede della Banca centrale europea, il pericolo principale di questo periodo resta la crescita senza controllo dell’inflazione che destabilizzata mercati e bilanci pubblici e privati. La scelta è stata criticata da molti per le conseguenze sui piccoli risparmiatori, pensionati e lavoratori, con stipendi e pensioni bloccate di fronte all’inflazione che non dà segnali incoraggianti ed extraprofitti in crescita per le grandi aziende.
Tra le conseguenze immediate della crescita dei tassi di interesse decisa dalla BCE, c’è sicuramente l’aumento degli interessi sui mutui con le punte più elevate dal 2012. Ciò significa spese maggiori per chi chiede un mutuo oggi, rispetto a un anno fa. Secondo i dati della Banca d’Italia, il Taeg (valore medio del tasso di interesse applicato dal sistema bancario) è arrivato al 4,12 per cento nel mese di febbraio, in crescita rispetto a quello precedente.
Le conseguenze sono le difficoltà ad accedere a mutui e prestiti e gli interessi maggiori da pagare per i consumatori. In particolare difficoltà i possessori di mutui con tasso variabile, con un impatto pesante per le famiglie che hanno scelto questa tipologia di mutui. Le associazioni dei consumatori indicano una crescita delle spesa per gli interessi con rincari nelle rate mensile oltre i 150 euro, con interessi annuali da versare quasi raddoppiati.
Secondo alcuni calcoli il costo di un prestito a 25 anni, per un importo tra i 125mila e i 150mila euro, quello più richiesto in Italia, è aumentato in questo periodo per cifre comprese tra 2.520 e i 3.240 euro. Esborsi molto pesanti per le famiglie in difficoltà, alle prese con i tassi variabili che potrebbero durare ancora a lungo, visto che solo nella seconda metà dell’anno è previsto un rallentamento dei tassi.