Ecco a quali conseguenze va incontro il proprietario che decide di aggiungere irregolarmente un’altra porzione al proprio appartamento. I dettagli
Una coppia, quando è giovane, eventualmente in procinto o appena sposata, unita civilmente, avrà difficilmente altri pensieri che non quello di trasferirsi presso un’abitazione da vivere finalmente in comune. Un progetto lecito dopo anni di vita singola presso le rispettive famiglie di origine; e a questo si uniscono i ragionamenti sulla grandezza ideale della casa, tenendo conto di quale direzione si vuole dare al futuro.
Quando si parla di futuro (quello più prossimo di quanto si possa pensare) si intende la prospettiva di allargare la famiglia ad uno o più figli. Tale questione si traduce non soltanto in una prospettiva economica legata al nascituro in arrivo, ma anche ad un punto di vista legato agli spazi messi a disposizione della casa. Nel corso di una manciata di anni, si finisce per pensare al trasferimento presso una casa più grande.
Oggigiorno, tutti conoscono le difficoltà per reperire i fondi sufficienti per l’acquisto di una prima casa, e la speranza è di arrivare con delle entrate fisse quando si ha in progetto un trasloco per dare più spazio alla famiglia. Ma non sottovalutabili tutti i costi concreti che si manifestano collateralmente (anche in termini di tempo da dedicare al trasloco). Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di unire due appartamenti confinanti.
Per chi ne ha già uno, ciò significherebbe solamente estendere le proprie abitudini, risparmiando innanzitutto sullo spostamento di mobili e cose. Oltre ad annullare quelli che possono essere i costi di intermediazione per la compravendita dal momento che si tratta direttamente col vicino, vi è da considerare il risparmio generato nel suo complesso dalla ristrutturazione. Gli interventi, in fondo, volgono all’adeguamento dell’immobile appena acquisito con quello già abitato.
I costi sono dunque dimezzati rispetto alla ristrutturazione ex novo di un immobile più grande, sebbene si provveda sempre all’abbattimento del muro di separazione fra i due appartamenti. Guai però ad avviare questi lavori edilizia in maniera abusiva. Occorre richiedere l’autorizzazione alla fusione da parte del Comune, presentando una CILA e/o SCIA. Per sanare un abuso edilizio, si può presentare anche successivamente, ma con l’aggiunta della sanzione amministrativa (che varia a seconda del Comune); ciò se il Comune concede ugualmente il permesso, altrimenti si deve provvedere al ripristino degli immobili prima degli interventi.