A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di trovarsi per caso con dei soldi falsi. Ma cosa accade se ci paghiamo beni o servizi?
Imbattersi in soldi falsi è molto semplice ai giorni nostri. Prima con le lire, e poi con gli euro, i falsari riescono a riprodurre quasi esattamente banconote e monete e immetterli illegalmente sul marcato. E così che i soldi falsi finiscono nelle tasche di onesti cittadini che, ignari della falsità, la immettono sul mercato.
Proprio per questo motivo è molto importante saper riconoscere una banconota falsa da una vera e il modo più sicuro per farlo è utilizzare un rilevatore di banconote false. Ma cosa accade per legge per chi immette una banconota falsa sul mercato acquistando un bene o un servizio? Scopriamolo insieme.
Banconote false: ecco cosa accade per legge per chi le spende
Non è un evento raro trovarsi una banconota o una moneta falsa. Queste si riconoscono ad un occhio anche poco esperto perché presentano delle caratteristiche e anche delle non caratteristiche rispetto una banconota reale. Innanzitutto in una banconota falsa non è presente la filigrana e, al tatto non sarà possibile percepire il caratteristico effetto a rilievo della banconota stessa, ovvero la stampa calcografica.
Nel momento in cui troviamo una banconota falsa e la immettiamo sul mercato per legge commettiamo un reato. Se pensiamo che quella che abbiamo tra le mani è una banconota falsa allora la cosa da fare è farla esaminare da operatori di sportelli bancari o postali che rilasceranno un verbale ed una copia della banconota. Se al controllo la banconota risulta essere contraffatta allora sarà ritirata dalla circolazione e trasmessa alla Banca d’Italia.
Se siamo consapevoli che quella che abbiamo tra le mani è una banconota falsa e la immettiamo nel mercato, saremo allora puniti con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 1.032 euro. Secondo l’articolo 694 del codice penale è anche punito con una sanzione amministrativa chi, sapendo di aver ricevuto denaro contraffatto, non lo consegna all’autorità entro tre giorni da quello in cui si è reso conto della falsità. La sanzione amministrativa può arrivare fino a 206 euro.