Se la professione dei richiedenti sta già limitando lo scarico delle spese edilizie, questi interventi mantengono invece tutti i vantaggi. Quali sono
Il caro vecchio volano dell’economia italiana, il “mattone”, dunque l’edilizia, si ritrova oramai quotidianamente a confrontarsi con il tema (non più eludibile) della sostenibilità ambientale. Se tale argomento sia trattato in termini astratti e non concretamente percepibili dai cittadini, l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha contribuito collateralmente a far ricredere quella che potrebbe apparire una visione legata a luoghi comuni.
I cittadini, in particolare quelli delle grandi città, nella “reclusione” casalinga del lockdown hanno anche esperito, dalle terrazze e dai balconi, un’aria diversa. O meglio, un’aria pulita; questa è stata la positiva conseguenza del massiccio blocco del traffico, del crollo della circolazione stradale dovuto alla interruzione della stragrande maggioranza delle attività produttive. Un’inedita percezione della primavera che si è interrotta con la ripresa del PIL.
Superbonus nel pieno dei vantaggi ancora con questi interventi
Almeno sotto il profilo della dimensione privata, la sostenibilità ambientale è stata tradotta con l’adeguamento delle abitazioni, di dispositivi aggiornati, atti a perseguire l’efficientemento energetico, riducendo l’eccessiva immissione di gas, di anidride carbonica, assieme al contrasto alla dispersione energetica, come quella del calore prodotto dagli impianti di riscaldamento in inverno.
A quest’occasione si è aggiunta l’opportunità di migliorare l’accessibilità agli edifici nei confronti delle persone in difficoltà tramite l’abbattimento delle barriere architettoniche. La vasta gamma degli interventi effettuati dalle ditte edilizie, è stata inclusa nel noto incentivo del Superbonus 110%, oramai alle porte del 2024, verso la riduzione del raggio percentuale delle detrazioni; tantomeno delle altre agevolazioni, ossia lo sconto in fattura e la cessione del credito.
Quest’ultima opzione è quella che ha incontrato recentemente le maggiori difficoltà, dato che nel contesto della riduzione dei fondi per finanziare il bonus, le banche hanno interrotto la presa in incarico dei debiti, in mancanza del ricevimento dei rimborsi da parte dello Stato. Le procedure, ultimamente, stanno ripartendo, anche se suscettibili di alcuni fattori discriminanti, come ad esempio la tipologia del contratto professionale dei richiedenti. Nonostante la riduzione dal 110% al 90%, il Superbonus mantiene evidenti vantaggi, quantomeno per coloro che hanno presentato la CILAS al 16 febbraio scorso. A lavori avviati, la scadenza per la presentazione di quest’ultima è stata spostata al 30 novembre 2023. Basta pagare una sanzione di 250 euro per il mancato invio entro il vecchio termine del 31 marzo scorso, per deviare i lavori della ristrutturazione della casa dalla dichiarazione dei redditi e passarla allo sconto in fattura o alla suddetta cessione del credito.