Pochi sanno qual è uno dei vantaggi al quale accedere se la coppia decide di aderire all’unione dei beni durante l’acquisto dell’abitazione. I dettagli
Quando si decide di creare una famiglia, tale desiderio combacia con il progetto di avere a disposizione una casa dove realizzare il primo. I tempi non sono uguali per tutte le coppie; eventualmente, alcune giungono da un periodo di convivenza per “testare” la nuova vita in comune per ciascun componente; altre, invece, si formano “ufficialmente” dopo aver trascorso individualmente gli anni nell’abitazione della famiglia d’origine.
È dunque normale che una volta raggiunta la consapevolezza di unirsi, maturi anche quella di finalizzare tale unione, condividendo le vicende della vita sotto lo stesso tetto; finché – per chi lo vuole – non si presenta il momento di stringersi, con l’arrivo di un nascituro, o – perché no – prendersi più spazio presso una casa nuova e più grande. Questo rappresenta un po’ la prassi per chi vive una condotta, sotto il profilo economico, normale.
La comunione dei beni per la prima casa ha i suoi vantaggi ma vanno rispettati i tempi di trasferimento
La vita in comune, o meglio, la vita in coppia (da sposati o uniti civilmente) produce un insieme di esigenze molto pratiche, da non sottovalutare se si vuole evitare inutili dispersioni di denaro. D’altronde, è il contesto stesso di condivisione a suggerire “parsimonia” ed attenzione al risparmio. Ad esempio, due neo coniugi decidono solitamente di aprire un conto corrente cointestato, in modo tale da unire le singole entrate in una giacenza che comporta un solo fronte di spesa nella gestione.
Il conto condivido fra più titolari non rappresenta tuttavia un vincolo alla libertà di utilizzo del credito, visto che si può facilmente scegliere di mantenere disgiunte le firme per autorizzare le operazioni. Altra questione – anzi, forse quella che precede tutte le altre – è costituita dalla scelta di indirizzarsi verso la comunione o la separazione dei beni. Si tratta di un tema al quale non si sfugge quando si decide di acquistare la prima casa.
Ma se la comunione della casa appare come un vincolo difficile da sciogliere alla bisogna, in realtà la sua iniziale adesione traina diversi vantaggi di natura fiscale, economicamente molto comodi all’inizio di una famiglia in formazione. Innanzitutto, riguardo alla casa, i coniugi diventano titolari del diritto abitativo per il 50% a ciascuno. Durante l’acquisto, tale regime di usufruire dell’iva agevolata. Ciò comporta che entrambi i coniugi si trasferiscano nel Comune del nuovo alloggio entro i termini previsti dalla norma; basta soltanto che uno dei due ritardi, per far sì che l’Agenzia delle Entrate avanzi il ricorso per il recupero dell’iva al 10%. In definitiva, occorre anticipatamente aggiornare, come contribuente, lo stato delle “residenza di famiglia”.