In attesa dell’inizio delle erogazioni, il nuovo contributo che in futuro sostituirà il Reddito di Cittadinanza approderà presto al CdM. I particolari
La sussistenza di numerosi cittadini in difficoltà, per questioni economiche annose quanto per il martellamento sui redditi in possesso delle ultime crisi avvicendatesi, conta tutt’oggi di validi strumenti di supporto. Ovviamente si tratta di strumenti provenienti dall’INPS, il quale, nonostante le difficoltà, lavora al mantenimento di una costanza nel fornire e nel garantire le erogazioni autorizzate dalle ultime manovre di governo.
L’obiettivo resta sempre lo stesso, da un anno a questa parte: il contrasto a quell’inflazione che ha agilmente superato il 10%, imponendo una corsa inarrestabile difficilmente raggiunta dall’aggiornamento del costo della vita. In realtà, quest’ultimo aumenta sempre di più a danno delle famiglie che vedono erodere i loro redditi e limare continuativamente il potere di acquisto, sino ad assistere impotenti alla riduzione della capacità di risparmio.
Dall’inizio di quest’anno, sono entrate in essere le prime linee guida dettate dalla legge di bilancio firmata dal governo Meloni; linee che appaiono in continuità politica con la condotta dell’esecutivo guidato da Mario Draghi, ma che in realtà contengono alcune novità niente affatto di seconda importanza. Certamente la misura che meglio esprime un carattere strutturale di supporto in questo frangente di precarietà economica resta, ancora una volta, l’Assegno Unico e universale per le famiglie.
I nuclei dei lavoratori, dei pensionati e dei percettori di indennità e sussidi con figli minorenni e disabili a carico, possono contare per la seconda annualità, a partire proprio dal mese corrente, del contributo alle spese per ciascun figlio, nell’ottica del reddito comunicato con l’ISEE in corso di validità, corredato alla domanda di rinnovo o in qualità di nuovi richiedenti. Una fetta dei benefici possono continuare, od eventualmente iniziare, la cumulabilità con il Reddito di Cittadinanza.
È quest’ultimo contributo a contenere le novità più forti, dato che si avvia ad una lenta ma decisa conclusione della disponibilità. Non soltanto oggi il RdC è ridotto a sette mensilità, affiancato da una sola offerta professionale proposta dai Centri per l’Impiego, ma dal prossimo settembre vedrà affiancarsi la nuova MIA, la misura di inclusione attiva, la quale subentrerà definitivamente al suo posto dal 1° gennaio 2024. I termini sono dunque pressoché noti, ma l’ufficializzazione tarda ad arrivare, ora che i tempi cominciano a farsi davvero stringenti. Dunque, prima di pensare al giorno della prima erogazione MIA, l’iter che porterà all’attivazione ufficiale inizierà il 27 aprile prossimo, in sede del CdM, con tutta probabilità attraverso un disegno di legge. Con questa data, si darà avvio alla lunga discussione che precederà l’approvazione parlamentare, fortemente voluta dal governo rispetto ad una decretazione d’urgenza.