I pensionati o coloro che presto andranno in pensione ed hanno cartelle esattoriali da pagare devono farlo ora: ecco il motivo
Sono centinaia di migliaia gli italiani che hanno debiti con il Fisco, con lo Stato o con le Amministrazioni comunali. Nella maggior parte dei casi questi debiti si trasformano in una cartella esattoriale, uno degli incubi peggiori di ogni italiano. Fortunatamente, però, per chi ha cartelle esattoriali pendenti ci sono delle buone notizie.
Il governo Meloni ha infatti deciso per una tregua fiscale, una vera e propria sanatoria per quanto riguarda le cartelle esattoriali. Spesso ad avere cartelle da pagare sono anche i pensionati, persone che, spesso, non riescono nemmeno ad arrivare a fine mese: cosa accade a queste persone? Ci sono dei vantaggi o le cartelle andranno a pesare sulla pensione?
Il governo Meloni non lascia indietro nemmeno i pensionati che hanno cartelle esattoriali in sospeso. In particolare ci riferiamo ai contribuenti che hanno debiti relativi ai contributi previdenziali all’INPS. Saldare una posizione negativa con l’INPS dal punto di vista dei contributi previdenziali, oltre ad alleggerire i debiti di un contribuente sortisce effetto anche sulle pensioni degli stessi contribuenti.
Un pensionato che versa dei contributi previdenziali precedentemente non pagati potrà infatti percepire una pensione più alta presentando domanda di ricostituzione della pensione. A seguito di ciò l’INPS ricalcolare la prestazione alla luce dei sopraggiunti versamenti.
Ricordiamo poi che questo è il momento adatto per saldare i debiti dal momento che sono azzerate le sanzioni e cancellati gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo. Ad essere pagata, dunque, è la sola quota capitale, ovvero la tassa evasa o l’ammontare dei contributi previdenziali non versati nell’anno di riferimento.
Inoltre il debito può essere pagato anche in rate, massimo 18, a scadenze fisse ogni tre mesi circa: le prima due rate andranno pagate entro il 31 luglio ed il 30 novembre 2023 e poi le altre ogni fine febbraio, maggio, luglio e novembre dal 2024 al 2027. Sui contributi è meglio pagare tutto e subito entro le prime due scadenze del 2023, soprattutto per chi in pensione ci deve ancora andare.
Pagando la rottamazione delle cartelle esattoriali potrebbe venire fuori che in pensione si vada prima. E’ il caso, ad esempio, di chi grazie a questi contributi recuperati adesso per via della rottamazione, arriva a 42,10 anni per la pensione anticipata.