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Bancomat e conto corrente

Perché la banca non vuole che tu faccia bonifici istantanei

Ecco quale normativa è subentrata nell’ambito dei pagamenti tramite la forma del bonifico, tale da mettere in allarme le banche. Di cosa si sta parlando

Bonifici istantanei (Foto Adobe – pensioniora.it)

Ogni anno i conti correnti sono sottoposti a centinaia di movimentazioni da parte dei loro intestatari, sia che riguardino entrate che uscite. È inevitabile; bisognerebbe vivere una vita estremamente parca per ridurre al minimo l’azione all’interno della giacenza, allo scoppi – ovviamente – di ridurre le uscite degli importi. Ma a maggior ragione, nei tempi odierni, i pagamenti che rimandano alla referenza del conto sono davvero in buon numero e inevitabili.

Se in passato si poteva registrare un numero maggiore di prelievi perché di denaro erano in larga parte composte le finalizzazioni per chiudere gli acquisti di beni e servizi, oggi i passi verso una radicale trasformazione opposta sono sotto gli occhi di tutti. Dalle esigenze venutesi a creare con la emergenza sanitaria, i pagamenti elettronici hanno contribuito alla necessità di ridurre i contagi tramite qualsiasi contatto umano che comprendesse il passaggio di denaro e della stessa tessera bancomat (adesso, del tutto sostituito dal contactless).

La banca vorrebbe dire “no” ai bonifici istantanei

Bonifici istantanei (Foto Adobe – pensioniora.it)

Di fatto, lo stereotipo dei pagamenti della contemporaneità, costituito dai pagamenti elettronici e digitali, è venuto incontro – per una contingenza di circostanze – con le stesse istanze trasmesse dalle norme antiriciclaggio, dunque dall’avvicinamento della legge alla completa tracciabilità del denaro, ai fini di contrastare l’evasione fiscale e i pagamenti “a nero” per la richiesta di prestazioni e prodotti.

C’è da registrare che proprio molte prestazioni e servizi, promossi da liberi professionisti, sono regolarmente sottoposte all’attenzione dell’Erario e dell’Agenzia delle Entrate. I controlli avvengono non soltanto da un punto di vista della regolare e trasparente fatturazione, ma anche nell’ordine degli incassi delle somme corrisposte. Gli uffici, come nei negozi, sono sottoposti all’obbligo del dispositivo POS, ma è ancora molto diffusa una modalità non certo nuova: il bonifico di pagamento.

I bonifici costituiscono un’azione sempre più autonoma da parte dell’utente, sempre più addomesticato all’uso delle comode ed intuitive piattaforme dell’home banking e dell’internet banking. Anzi, il contesto tecnologico ha consentito di ridurre quei lunghi giorni necessario all’accredito della somma da parte del beneficiario: dai due ai tre giorni. Grazie all’attuale bonifico istantaneo, il trasferimento di denaro avviene in pochi secondi. C’è da dire che quel vecchio lasso di tempo (di giorni) le banche traevano laute commissioni; le stesse, per la modalità istantanea, richiedono un costo superiore che si aggira dai 2,50 e i 3,50 euro. La Commissione Europea sta ora chiedendo alle stesse di portare le commissioni alle “quote” dei bonifici ordinari, ossia 1-1,50 euro. Gli istituti sono completamente restii ad attuare le indicazioni della Commissione, visto che ciò significherebbe minori guadagni e è considerato un affronto alla libertà di decidere i prezzi sui servizi offerti e alla logica del libero mercato.

Pubblicato da
Roberto Alciati