Il Fisco controlla i nostri conti correnti bancari per accertarsi che non ci siano illeciti: ecco i movimenti sospetti che fanno scattare controlli
La maggior parte degli italiani ha, al giorno d’oggi, un conto corrente a cui è collegata una carta di credito o bancomat. Attraverso un conto corrente una persona può farsi accreditare lo stipendio, pagare bollette e F24 ma anche inviare o ricevere bonifici e, ovviamente, usarlo per pagare la spesa al supermercato o fare shopping.
Tutte le operazioni che vengono effettuate tramite un conto corrente sono controllate da Fisco. Il controllo da parte del Fisco avviene principalmente per diminuire la lotta all’evasione fiscale, vera piaga dei governi. In particolare il Fisco controlla dei precisi movimenti fiscali…ecco quali sono.
Fisco e movimenti bancari: ecco quali sono a rischio controlli
Per il 2023 il Fisco ha messo a punto un nuovo modo per controllare i conti correnti, ovvero attraverso il modello ISEE. A finire nel mirino del Fisco sono il saldo e la giacenza media dei conti correnti: il Fisco cercherà omissioni e difformità riguardanti il valore del patrimonio mobiliare complessivo del nucleo familiare.
Attraverso l’Evasometro, un algoritmo, il Fisco verifica la coerenza tra i risparmi presenti sul conto corrente e i redditi dichiarati allo Stato, prendendo in considerazione anche gli anni precedenti oltre all’anno fiscale corrente. Il controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate scatta se dall’analisi di questi dati dovesse risultare uno scostamento del 20% tra entrate e uscite sul conto corrente.
Gli accertamenti avvengono quando il contribuente dichiara un certo reddito annuo, ma in banca risulta titolare di risparmi superiori alle proprie possibilità. A far scattare sospetti al Fisco sono le operazioni che muovono importi superiori ai 5mila euro. Altri controlli sono poi effettuati attraverso il database della Superanagrafe che incrocia di dati dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.
L’Agenzia delle Entrate ha l’autorità di effettuare controlli su qualsiasi conto corrente di persona fisica. A essere principalmente monitorati sono i liberi professionisti e i titolari di partita Iva, così come i titolari di aziende in generale. Il Fisco, comunque, non controlla solo i conti correnti ma anche i conti deposito; i buoni fruttiferi postali; conto terzi e carte di credito.
In caso di movimenti sospetti il contribuente dovrà fornire le dovute giustificazioni di fronte alle autorità. Nel caso di illecito il contribuente riceverà una convocazione da parte di un funzionario del Fisco, durante il quale dovrà “difendersi” giustificando le anomalie.