Tramite una delle consuete circolari, l’Istituto ha fornito pochi giorni fa le nuove istruzioni che cambiano le regole in ambito lavorativo. I particolari
All’interno di un nucleo familiare, le dinamiche da seguire e quantomeno gestire non sono affatto poche, e possono riguardare tanto i diretti componenti quanto i membri di un’altra famiglia, ossia quella di origine. Non c’è certo un raro caso quello per cui molti soggetti con una famiglia carico, e dunque con figli, siano a loro volta occupati nelle faccende e nelle problematiche di salute di un genitore, specie se malato o particolarmente anziano.
A rigor di logica, qualunque figlio vorrebbe dunque dedicare del tempo al proprio genitore coinvolto nel vortice di un determinato deficit psichico o motorio. Certamente, però, la presenza di un lavoro da svolgere e di un’altro contesto a cui rivolgere cure e attenzioni, ha un peso altrettanto rilevante. Al contempo le disponibilità pensionistiche dell’anziano genitore non sono sufficienti per affidarsi ad una struttura sanitaria per la lungodegenza, per cui l’unica opzione più “abbordabile” resta quella di assumere una badante.
Nel caso invece, anche dello stesso anziano succitato, ma affetto da handicap e invalidità riconosciute, le garanzie assistenziali cambiano radicalmente, grazie alla sovvenzione pensionistica e al ricevimento (previ requisiti) di un assegno di accompagnamento. D’altro canto, i soggetti con handicap che svolgono attività lavorativa sono altrettanti assicurati dai benefici della Legge 104.
Il pacchetto di norme applicato a partire dal 1992 ha contribuito significativamente alla parificazione dei diritti essenziali nei confronti dei portatori di handicap. Fino ad oggi, gli appositi ordinamenti sono stati implementati con i dovuti aggiornamenti, integrando dunque i vantaggi fiscali e previdenziali previsti, ossia tassazioni agevolate su molte tipologie di acquisti, oltre all’uscita pensionistica anticipata.
Senza contare gli importantissimi permessi e congedi straordinari che il soggetto interessato può concordare con il datore di lavoro per assentarsi per ragioni di visite mediche, cure, assistenze sanitarie; un’agevolazione che più recentemente è stata estesa anche ai soggetti che assistono i primi, siano essi familiari o meno. Proprio dal lato dei permessi e dei congedi straordinari, l’INPS ha recentemente aggiornato le regole tramite una sua circolare. Ora più di un lavoratore dipendente può essere autorizzato ad assentarsi a favore di un soggetto con disabilità grave, e non più uno solo. La trasversalità con il congedo parentale non comporta in alcuna maniera la riduzione di ferie, riposi e tredicesima o gratifica natalizia.