Questi particolari criteri impongono l’interruzione dei relativi pagamenti, ma gli interessati possono riappropriarsi delle somme bloccate. Ecco in che modo
Il 2023 costituisce un anno di passaggio, per molti versi, in ambito previdenziale. Se la legge di bilancio appare, grossomodo, senza troppe modifiche, la continuità di una politica economica intrapresa dal vecchio esecutivo presieduto da Mario Draghi, in realtà, sin d’ora si stanno manifestando le collateralità delle sue parti, per così dire, più “originali”. Occorre, ad esempio, sottolineare una particolare sensibilità nei confronti delle famiglie “numerose”.
Non si nasconde il fatto che siano presenti anche “azioni” di sprono ad allargare i nuclei: per esempio, si riporta la modifica dell’uscita anticipata tramite l’Opzione Donna, rinnovata sulla base del numero dei figli: più si hanno figli a carico, più la lavoratrice ha la possibilità di congedarsi uno o due anni prima. Per altri aspetti, la legge di bilancio si è fatta erede delle più importanti misure economiche erogate dall’INPS.
RdC revocato: con questo motivo si può recuperare il contributo
Il mese in corso rappresenta un mese particolarmente significativo: dopo marzo, proseguono i pagamenti degli arretrati di vari sostegni, programmati precipuamente in queste settimane. Questi si incrociano con le regolari erogazioni, alcune di queste appena rinnovate. In primis, si parla della proroga dell’Assegno Unico per le famiglie con figli minorenni e disabili a carico.
La proroga dell’AUU, concretizzatasi da questo mese, dopo il termine per la presentazione delle domande di rinnovo al 28 febbraio scorso, taglia il suo secondo traguardo, senza escludere la cumulabilità, nell’ampia platea di beneficiari, con il Reddito di Cittadinanza. Quest’ultimo, erogato fino al 31 dicembre 2023, quando verrà definitivamente sostituito dalla MIA, è caratterizzato da episodi di esclusioni e interruzioni che stanno segnando le recenti settimane.
Si tratta dell’interruzione del sussidio in presenza di condanne per reati penali. La revoca del contributo economico non significa che non si possano recuperare, un giorno, il ripristino della misura. Il contributo, interrotto a tutto il nucleo, può essere recuperato dal resto della famiglia escludendo il titolare che nel frattempo è sotto misura cautelare o con condanna in via definitiva. Con l’indicazione rettificata di un membro in meno all’interno del nucleo familiare, sarà inevitabile che il contributo percepito sarà inferiore, a causa dell’esclusione del condannato dalla scala di equivalenza. Ciò dev’essere riportato nel Quadro F della nuova domanda di presentazione.