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Pensioni

Obblighi e vantaggi per i pensionati all’estero

Stando all’estero, la percezione di ricevere la pensione dall’Italia porterà dei benefici ma non è escluso che si debba far fronte ad ostacoli fiscali

Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Spesso si sente parlare di paradisi fiscali, di zone off shore in guerra con le fiscalità occidentali. Parallelamente, negli ultimi anni, e proprio tra gli europei, si sta verificando uno  strano fenomeno, anzi si prende una strana scelta che diventa una singolare forma di migrazione. Si parla della migrazione di alcuni pensionati, i quali hanno deciso di valorizzare i loro ratei recandosi in quei Paesi dove l’entrata di denaro viene pesantemente defiscalizzata e lo stesso costo della vita è decisamente più basso.

Non si può nascondere che in Italia ci sia un serio problema di mantenimento e di garanzia del potere di acquisto per tutti (intendo anche coloro che davvero non ce la fanno), ma in generale alcuni percettori del trattamento INPS hanno preso l’iniziativa di trasferirsi all’estero per sfuggire alle maglie più severe delle aliquote su imposte e tasse. Occorre però capire quanto convenga sul serio questa “fuga” e quali contromisure prenda il Fisco italiano.

Cosa comporta il ricevimento delle pensioni all’estero

Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Innanzitutto è pienamente lecito richiedere che la propria pensione venga fatta recapitare oltre confine: basta compilare la Dichiarazione dei Redditi dei Residenti all’Estero e trasmetterla all’Agenzia delle Entrate. Tale certificazione dev’essere ben compilata per ottenere l’autorizzazione di beneficiare della tassazione del Paese di destinazione. Là dove non viene applicata la tassazione italiana per via di accordi bilaterali, la pressione fiscale del Paese di trasferimento può arrivare a circa la metà.

Per ottenere questo taglio, bisogna inviare la domanda di Esenzione dall’Imposizione Italiana sulle Pensioni all’INPS. Dopodiché, è l’ente previdenziale a trasferire la somma pensionistica che non sarà però al netto delle addizionali comunali e regionali, e delle eventuali trattenute per chi risiede all’estero. Ma qualcosa rischia nel frattempo di perdersi fiscalmente parlando.

Un esempio è l’Assegno sociale, la prestazione che agevola chi ha un reddito basso ed un’età superiore a 65 anni. Chi ha trasferito la sua residenza all’estero, perde l’Assegno, sebbene venga prodotto un reddito troppo basso dalla sua stessa pensione, rispetto ai minimi dell’Inps. Il trattamento viene accreditato sull’iban e lo swift dell’intestatario della prestazione; se la rata mensile è superiore a 65 euro, i pagamenti restano mensili; tra i 5 e i 65 euro, i pagamenti sono semestrali; sotto i 5 euro, sono su base annuale.

Pubblicato da
Roberto Alciati