Ecco in cosa consiste una presunta convenienza di cancellare i figli a carico sul determinante fattore dello stato di famiglia. Di cosa si sta parlando
L’attuale legge di bilancio in vigore rappresenta con una certa chiarezza il lato ideologico del governo in carica presieduto da Giorgia Meloni. Certo, nella stessa non è impossibile rilevare una certa contiguità con l’impegno dell’esecutivo precedente guidato da Mario Draghi. D’altronde, le stesse politiche fiscali non possono sottrarsi dall’aggiornamento e dall’evolversi della cronaca internazionale della crisi, che dall’Ucraina, è diventata globale.
Pertanto, gli strumenti previdenziali mirano di base a salvaguardare la tenuta dei redditi in possesso nelle principale aree del popolo dei contribuenti e cittadini: lavoratori, pensionati e famiglie. L’ultima si interseca con le prime due categorie, ma è in sé inscindibile per ricevere maggior credito dalle detrazioni e dalle deduzioni in dichiarazione dei redditi, a maggior ragione se nel nucleo sono compresi più figli.
Togliere i figli dallo stato di famiglia: quanto conviene
Come sanno coloro che detengono la titolarità di almeno un Assegno Unico e universale per le famiglie, la presenza di figli minorenni o disabili a carico è ovviamente determinante, ma a fare la differenza ci pensa il cosiddetto indice reddituale ISEE, permettendo all’INPS di formulare l’importo mensile del contributo, in riferimento alle fasce e alle aliquote stabilite. Nel caso dell’AUU, in presenza di un nucleo sopradescritto, il rateo si riceve ugualmente; al limite sarà quello più basso di 50 euro al mese, in assenza di ISEE o dai 40mila euro in su.
Rispetto a molti bonus invece, la valutazione dell’ISEE consente di decidere sul riconoscimento o meno dell’aiuto economico da parte dello Stato. Molto spesso, è il fattore “figli” ad alzare l’indice, più che il reddito stesso, dal momento che la presenza di essi nel nucleo fa accedere a diverse maggiorazioni e detrazioni in busta paga (ad esempio). Insomma, a volte si può pensare che sia meglio escludere i figli dal cosiddetto stato di famiglia.
Ma conviene realmente? Sì, a determinate condizioni, però. L’esclusione dei figli dal certificato comunale che attesta la composizione del nucleo familiare è indicata quando essi sono precettori di un reddito da lavoro in grado di superare la soglia del limite reddituale che li considera fiscalmente a carico dei genitori, e quindi usufruendo delle detrazioni fiscali per figli a carico. Di solito, quegli stessi figli con un reddito autonomo, hanno anche un proprio reddito, e dunque la loro giacenza più innalzare l’ISEE complessivo, con una penalizzazione per tutta la famiglia. Essi sono considerati fiscalmente a carico fino a 24 anni di età e percependo un reddito pari o inferiore a 4mila euro (si riduce a 2.840,51 euro annui, dopo i 24 anni).