Una nuova truffa telefonica è stata segnalata in questi giorni da migliaia di italiani: ecco in cosa consiste e come difendersi
Ogni giorno gli italiani sono bersagliati da tantissimi tentativi di truffa: molti di questi vanno a segno mentre altri, fortunatamente, no. I soggetti preferiti dai truffatori sono le persone anziane o, comunque, coloro che non sono avvezzi alla tecnologia dal momento che la maggior parte delle truffe si muove online.
Proprio in questi giorni migliaia di italiani stanno segnalando una truffa che si muove invece via telefono: a molti sta giungendo uno o più squilli sul cellulare da un numero non memorizzato in rubrica che lascia una notifica di chiamata senza risposta. A volte dallo stesso numero provengono numerosi tentativi di chiamata, cosa che fa pensare che siamo realmente cercati da qualcuno.
Truffa dello squillo: in cosa consiste e come difendersi
La truffa che sta girando in questi giorni sui cellulari degli italiani si chiama “wangiri” o “ping call” o “telefonata di rimbalzo”. Le vittime di questa truffa sono scelte in modo casuale: i truffatori si servono di un software in grado di far partire telefonate random. Una persona riceve sul proprio cellulare più squilli da uno stesso numero e, in molti, credendo di essere cercati da qualcuno, richiamano il numero. E’ proprio in questo momento che scatta la truffa.
Nel momento in cui l’utente richiama il numero in questione viene gabbato e il credito telefonico è immediatamente prosciugato. Questo avviene perché quello che è stato composto è un numero a tariffazione speciale che può arrivare a costare anche decine di euro al minuto.
I prefissi telefonici più utilizzati per questo genere di truffe sono quelli di Moldavia (+373), Kosovo (+383) e Tunisia (+216), Gran Bretagna (+44) e Cuba (+53). Il numero di telefono vero e proprio invece cambia di continuo perché, come detto, viene generato in maniera casuale da un software. Come facciamo a difenderci da questa truffa?
Il consiglio è quello, nel caso si dovesse ricevere una breve telefonata da un numero anonimo o non salvato nella propria rubrica, non rispondere o diffidare dell’interlocutore. È poi possibile bloccare il numero in entrata tramite le impostazioni dello smartphone. Nel caso in cui si è vittime di questa truffa, invece, bisogna contattare il proprio operatore telefonico e chiedere una spiegazione per l’addebito sospetto.
Ovviamente denunciare la truffa alla Polizia Postale e delle Comunicazioni è utile per aiutare le forze dell’ordine a quantificare l’entità del fenomeno. Purtroppo però le possibilità di riottenere i soldi persi sulla scheda sono praticamente inesistenti.