Per beneficiare delle misure economiche erogate nell’anno in corso sarà con ogni probabilità necessario un nuovo inoltro. Da parte di chi in particolare
La legge di bilancio che ha aperto ufficialmente il primo anno dell’esecutivo Meloni, sta cercando di calmierare, con i suoi effetti economici e finanziari, gli strascichi di una crisi globale, la quale ha trovato nella questione energetica soltanto le sue premesse. L’inverno è passato, ma sarà necessario riassorbire un tessuto sociale in diverse parti logoro, tra rischi di distacchi delle utenze e il riappianamento dei redditi familiari.
D’altro canto, le bollette energetiche hanno costituito una forma di ricatto per le condizioni familiari più disagiate, indecise nell’impegnare tutte le “energie” – è il caso di dirlo – economiche, oppure privarsi di un servizio fondamentale per la casa come le utenze domestiche, danneggiando eventualmente i componenti più deboli, ovvero i figli. Questo progressivo impoverimento è stato oggetto di iniziative istituzionale, finalizzate ad allargare l’accesso alle misure previdenziali di sostegno.
ISEE, che deve rifarlo per ottenere le prestazioni
Di fatto, nel 2023, sebbene alcune misure economiche sono state razionalizzate (il riferimento non è casuale: il Reddito di Cittadinanza), altre hanno invece tagliato il traguardo della proroga. Nuovi bonus per nascite, asili nido, maternità hanno arricchito il ventaglio degli aiuti nei confronti del sostegno alle famiglie, ma principalmente a ricoprire un nuovo ruolo è ancora una volta l’Assegno Unico e universale.
Dopo il termine del 28 febbraio scorso per la presentazione delle nuove domande o delle domande di rinnovo, dal mese di aprile dovrebbero iniziare le erogazioni relative alla seconda annualità. I vecchi richiedenti sono stati chiamati ad allegare alla richiesta di rinnovo una nuova DSU del modello ISEE, nel caso, durante il 2022, si siano verificate variazioni reddituali da aver causato lo spostamento dello scaglione.
Se l’ISEE 2023 fa riferimento alla condizione economica e patrimoniale del 2021, variazioni come la diminuzione dei risparmi, la perdita di lavoro, la chiusura della partita iva o la riduzione dell’orario di lavoro da full time a part-time, non vengono registrati impedendo l’accesso a prestazioni sociali e misure di sostegno al reddito. Per evitare che l’ISEE sia più alto della fotografia attuale, si ricorre all’ISEE Corrente 2023. Più flessibile rispetto al primo, esso coglie una variazione patrimoniale superiore al 20% e una reddituale sopra il 25%. La sua validità copre la finestra temporale dal 1° aprile 2023 al 31 dicembre 2023.