Queste sono le mansioni svolte dai lavoratori che possono ambire ad un congedo anticipato per la qualità delle stesse. Di cosa si sta parlando
La costruzione di una condizione economica dignitosa da parte del lavoratore dipende sì dalla qualità dell’occupazione, ma anche del quantitativo di anni per la quale svolge le relative mansioni. In sostanza, a supportare la sussistenza di un nucleo familiare a carico di un lavoratore non manca la solidità occupazionale. Quella che negli ultimi anni, in Italia, ha iniziato a scricchiolare sotto il grande fraintendimento generato da flessibilità e precarietà.
Per tale motivo, si inizia a riflettere sullo status pensionistico, sulle tempistiche di attesa, sul quantitativo di contributi da versare, sempre più spesso sin dall’inizio della propria carriera lavorativa; pur mantenendo la consapevolezza che molto probabilmente, in prossimità del tanto atteso traguardo, il sistema possa subire delle variazioni, possa scompaginare i piani e prorogare la permanenza sul luogo di lavoro nonostante l’età raggiunta.
In pensione a 61 anni nel 2024: chi sono questi lavoratori
I frequenti cambiamenti al sistema delle pensioni, specie quello inerente alla pensione anticipata, si verificano in seno alle variazioni demografiche all’interno delle generazioni di lavoratori e pensionati, senza tralasciare il rapporto con le risorse occorrenti nelle casse dello Stato. D’altro canto, oltre alla riduzione progressiva del lavoro dipendente, le attuali buste paga sono inserite in un contesto che difficilmente consentirà un’occupazione presso lo stesso luogo di lavoro tanto lunga da attraversare linearmente gli anni contributivi necessari per la pensione di vecchiaia.
È vero anche che le occupazioni non sono tutte uguali; di conseguenza, anche i lavoratori. In altre parole, esistono mansioni particolarmente delicate che non consentono al lavoratore di prolungarle per gli stessi anni di un lavoro meno impattante, sia da un punto di vista fisico che mentale. Insomma, quei lavoratori che svolgono mansioni usuranti raggiungono prima di altri la pensione di vecchiaia.
Per il 2024, l’uscita è all’età di 61 anni. Basta presentare la domanda all’INPS entro il 1° maggio 2023. Si tratta dell’accesso pensionistico con la cosiddetta Quota 97,6, raggiunta al compimento dei 61 anni e 7 mesi, e con un’anzianità contributiva non inferiore a 35 anni. Il ritardo nella presentazione della domanda si presenterà nella tempistica di accesso al trattamento; tale domanda non è da considerarsi domanda per la pensione, ma documentazione propedeutica per la presentazione della seconda, una volta ottenuto l’esito positivo.