Analizziamo quando è possibile che una pensione, qualsiasi essa sia, possa subire una revoca e non verrà più versata al percettori
In Italia purtroppo non sono pochi i casi in cui ci sono i “furbetti” che tramite qualche movimento illecito, riescono ad ottenere una gran quantità di denaro che viene versati sui propri conti, danneggiando le casse dello Stato.
Questo fenomeno, in cui l’Italia si rivela di essere tra i primi al mondo viene combattuto giorno per giorno dalle varie istituzioni dall’Agenzia delle Entrate, dalla Guardia di Finanza, fino all’Inps, che accetta queste richieste “truffaldine”.
Come sappiamo, prima di avviare il versamento di denaro per quanto riguarda le pensioni, l’INPS deve effettuare dei calcoli, come ad esempio la validità del reddito ISEE, di chi fa la propria richiesta. Di solito, ci vuole un po’ tempo, proprio per valutare bene i controlli e se è tutto in ordine.
Ma cosa può accadere se un’istituzione trova qualche documento anomalo e non regolare? Oppure se un reddito ISEE non viene mandato in giusto tempo?
L’INPS ha emanato un comunicato in cui i percettori che non abbiano effettuato né la dichiarazione dei redditi né la comunicazione reddituale all’INPS incorreranno a breve nella revoca definitiva delle prestazioni.
Ci sono casi di invalidità civile, in cui l’INPS, per titolari in una fascia d’età tra i 18 e 66 anni, potrà avere la responsabilità di revocare la pensione tramite l’invio a mezzo raccomandata A/R contenente l’invito a comunicare i redditi posseduti presentando la domanda di ricostituzione reddituale entro i successivi 60 giorni.
Qualora non ci fosse risposta da parte del percettore, l‘INPS potrà sempre attraverso l’invio con mezzo raccomandata A/R sospenderà la prestazione. Qualora passassero altri 120 giorni dalla sospensione, in assenza di riscontro, l’INPS revocherà la prestazione con richiesta di restituzione del debito relativo agli anni di reddito non dichiarati. Quindi meglio non rischiare.
Per quanto riguarda invece gli episodi per Assegni Sociali, sempre l‘INPS penserà ad inviare a mezzo raccomandata A/R, con la richiesta di presentare documento di reddito ISEE entro un limite di tempo di 60 giorni. Passato il tempo richiesto dall’INPS, l’istituto provvederà a sospendere il versamento di denaro.
Un cittadino potrà ufficialmente fare ricorso, e sarà, solamente un giudice ad accettare o meno la richiesta del percettore.