Ecco cosa sta succedendo nel destino degli accrediti per alcuni percettori del sussidio di sostegno; e non sembrano casi isolati. I particolari
Già nel contesto dell’attuale crisi economica, oltre che energetica, la legge di bilancio ha delineato le linee guida della politica finanziaria del governo Meloni per tutti i prossimi mesi dell’anno solare. A ben vedere, è stata la bozza della manovra a suggerire in fondo quelli che sono i pilastri economici dell’attuale esecutivo al Parlamento. Dunque, il sostegno economico si è concentrato, in particolar modo, sulle famiglie (possibilmente “numerose”) e pensionati.
Per il popolo dei trattamenti pensionistici INPS ha trovato la sua forma più solida e concreta di supporto alle attuali e rincarate spese per la sussistenza, nell’adeguamento ISTAT degli importi attivato anticipatamente nel mese scorso di ottobre. Specularmente, altre forme di sostegno hanno toccato in primis i lavoratori dipendenti, tutelati da sgravi in busta paga e da una rete di detrazioni.
Dal 1° gennaio, il 2023 si è aperto nell’ottica della positiva riconferma di alcune delle più importanti misure previdenziali, destinate tanto ai percettori di redditi da lavoro che da beneficiari di sussidi. In primo luogo, la legge di bilancio ha trainato con sé l’essenziale Assegno Unico e universale per le famiglie, giunto alla sua seconda annualità a partire proprio dal mese che sta per esaurirsi.
I lavoratori dipendenti, ma anche pensionati e inoccupati con figli minorenni o disabili a carico, riceveranno presto la prima tranche della nuova tornata, dopo la presentazione delle domande, sia nuove che quelle relative al rinnovo, conclusasi in data 28 febbraio 2023, con annessi invii delle dichiarazioni ISEE. Tra questi percettori, e aldifuori, vi sono anche i beneficiari del Reddito di Cittadinanza.
Quest’ultimo è stato analogamente oggetto di proroga nel 2023, ma in base ad una ridefinizione piuttosto radicale rispetto ai termini degli anni passati. I nuovi richiedenti godranno soltanto di sette mensilità di erogazioni (a meno che non abbiano a carico figli minorenni, disabili od over 60, per i quali comporta il prolungamento dei pagamenti fino alla fine del 2023). Ciò avviene nell’attesa del varo della nuova MIA nel mese prossimo di settembre. Nel frattempo gli attuali percettori (o perlomeno una buona parte) è invischiata nel complicatissimo – a quanto pare – accredito di marzo. Si tratta di sgradevoli sorprese emerse direttamente dal Fascicolo Previdenziale del Contribuente. Innanzitutto, non tutte le domande sono state elaborate e si presume dunque che soltanto una parte riceverà gli accrediti dal 24 marzo. Al contempo, per molti percettori, l’INPS non ha trasmesso il credito alle Poste per i pagamenti.