A quanto ammonta una pensione con soltanto 5 anni contributivi, l’importo calcolato con il sistema attualmente in vigore
Il sistema previdenziale italiano attraversa una fase decisamente difficile stretto com’è tra le esigenze di bilancio dello Stato e la trasformazione demografica in atto. Da un lato quindi il contenimento della spesa pubblica, dall’altro il calo della natalità e il contemporaneo invecciamento della popolazione italiana.
Non solo, il mondo del lavoro ormai è caratterizzato da instabilità e irregolarità nelle carriere professionali, con coperture previdenziali che non riescono più a coprire i fabbisogni complessivi del sistema. Dunque una situazione alquanto complicata che il legislatore sta tentando di risolvere, ma con risultati parziali e insoddisfacenti nel medio e lungo periodo. Ma già adesso le pensioni per alcuni lavoratori sono del tutto irrisorie.
Con il sistema contributivo, in vigore dal 1° gennaio del 1996, i fattori da tenere in considerazione per determinare l’ammontare dell’assegno mensile sono diversi: il montate contributivo, cioè il totale dei contributi versati nella vita lavorativa, il coefficiente di tasformazione, l’età anagrafica del lavoratore, l’importo minimo di pensione, l’anzianità contributiva.
Secondo la riforma Fornero si può accere alla pensione di vecchiaia nel sistema contributivo puro, cioè senza contributi fino al dicembre 1995, a 67 anni di età anagrafica, con almeno 20 anni di contributi (anzianità contributiva) e con un importo minimo dell’assegno pensionistico pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Ma se gli anni contributivi sono di meno? Se la carriera è stata irregolare e precaria il calcolo dà risultati del tutto differenti e molto inferiori.
Con il sistema contributivo puro senza il requisito della anzianità contributiva e non riuscendo a garantirsi un assegno pari a 1,5 volte l’assegno sociale, occorre attendere di aver compiuto 71 anni e avere almeno 5 anni di contributi effettivi versati. Ma con questi parametri la quota mensile è decisamente bassa. Facciamo l’esempio di una retribuzione media annua di 30mila euro, 5 anni di anzianità contributiva e 71 anni appena compiuti.
Ebbene l’assegno ammonta a 246 euro per 13 mensilità. Con 20mila euro annui di retribuzione, la rata mensile è ancora inferiore, appena 165 euro al mese, con le quali pensare di sopravvivere è impensabile. Una situazione che prima o poi bisognerà affrontare, vista la precarietà lavorativa di milioni di cittadini che prima o poi arriveranno all’età pensionistica.