Questi sono i rischi che si corrono dopo aver congedato una caregiver che non è stata opportunamente regolarizzata. Di cosa si sta parlando
Tutte le percentuali demografiche parlano chiaro: l’Italia sta inesorabilmente invecchiando, o meglio, il rapporto con le nascite è impietosamente sproporzionato e di questo passo, nel 2050 le cose potrebbero mettersi male per la sopravvivenza del popolo italiano. D’altronde si fanno sempre meno figli, e molti giovani lavoratori prendono il largo verso l’estero, verso mondi di lavoro più vantaggiosi.
Il problema non sarà soltanto la domanda su chi pagherà le future pensioni; la questione riguarda lo sviluppo e il progresso di una popolazione che disporrà di minori energie da destinare al proprio futuro. Già oggi, si osserva come l’anziano genitore, spesso malato, grava sulle spalle dei figli che spesso hanno una famiglia da seguire. Di fatto, le cure e l’assistenza restano relegate all’ambiente casalingo a causa di una oggettiva carenza di strutture sanitarie accessibili a tutti, o a causa dell’eccessivo costo sulla permanenza di molte di queste ultime.
Per far sì che non si metta a repentaglio il lavoro dei figli o di altri parenti, la soluzione che più volte viene presa all’interno del dibattito familiare, è quella di prendere una badante, la quale provveda alle necessità dell’anziano, alla sua alimentazione, igiene e mobilità. Si tratta di una scelta che a seconda di come viene presa, consta pochi o molti rischi. Innanzitutto, dipende dalla scelta di assumere regolarmente la persona o di retribuirla “a nero”.
Pertanto, non regolarizzando la badante sotto il profilo INPS, INAIL, Centro per l’Impiego, non le vengono versati i regolari contributi che le spetterebbero per la pensione, oltre al fatto che potrebbe ricevere un salario non adeguato alle mansioni. Anche un numero esiguo di giorni di ferie, oppure un permesso negato, è potenzialmente oggetto di cause che produrrebbero consistenti risarcimenti a coloro che le hanno intentate.
Dal punto di vista del parente o della persona da accudire stessa, in caso di violenze o furti in casa, i fatti non sarebbero dimostrabili. Inoltre, in ambito fiscale, il datore rischia una multa, il cui importo varia tra i 200 e i 500 euro, da versare al Centro per l’Impiego. Ma le conseguenze non finiscono qui: per la mancata iscrizione all’INPS, viene applicata un’ulteriore sanzione, oscillante tra i 1.500 e i 12.000 euro, ai quali si aggiungono 150 euro di maggiorazione per ogni giorno lavorativo svolto irregolarmente.