Sorpresa rimborsi 730: queste persone rischiano di perderlo

Ecco cosa può succedere ad alcuni contribuenti alla prese con la dichiarazione di redditi con il modello 730, per i rimborsi

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730 (Foto Adobe – pensioniora.it)

Ogni anno dipendenti e pensionati sono tenuti per legge alla presentazione della dichiarazione di redditi, comunicando i dati su tutti i guadagni percepiti l’anno precedente. Il modello 730 infatti è noto alla stragrande maggioranza dei lacoratori dipendenti. Va presentato di norma entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di imposta.

La documentazione va spedita direttamente online o rivolgendosi a Centri di assistenza fiscale (Caf), professionisti abilitati o al sostituto d’imposta (cioè al proprio datore di lavoro). Sulla base dei guadagni, delle detrazioni, delle spese sostenute detraibili eccetera si calcola la tassazione che il contribuente sarà chiamato a versare alla casse dello Stato.

Rimborsi 730, cosa può accadere

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Agenzia Entrate (Foto Adobe – pensioniora.it)

Per molti lavoratori o dipendenti la presentazione del modello 730 equivale alla possibilità di ottenere dei rimborsi sulle spese sostenute nel corso dell’anno di imposta. Questi rimborsi vanno effettivamente a scontare la tassazione divuta allo Stato e corrrispondono a una somma che sarà percepita successivamente alla presentazione dei redditi.

Non è detto tuttavia che i rimborsi coinvolgano tutti i lavoratori e pensionati, poiché in base alle posizioni pesonali i contribuenti possono trovarsi:

  • a credito con il Fisco, che verserà una somma al contribuente che ha versato più imposte del dovuto o ha ottenuto detrazioni aggiuntive;
  • a debito con il Fisco, che quindi resterà in attesa di una somma aggiuntiva che lavoratore o pensionato dovrà versare, in quanto ha pagato tutte le tasse spettanti allo Stato.

Il rimborso è effettuato, di solito, direttamente dal datore di lavoro, sulla busta paga in qualità di sostituto d’imposta. Ma potrebbe capitare che il rimborso non venga effettuato. Può succedere quando il datore di lavoro, magari di una piccola impresa, non abbia la capienza sufficiente per affrontare l’ulteriore movimento di denaro. Oppure può capitare che il rapporto di lavoro cessi prima della data di ricevimento del rimborso.

Generalmente il datore di lavoro in quest’ultimo caso può produrre un cedolino aggiuntivo proprio per il rimborso spettante. Anche i controlli fiscali possono produrre dei rallentamenti nel versamento del credito. In sede di compilazione di dichiarazione o sul modello precompilato, si può indicare come sostituto d’imposta proprio l’Agenzia delle Entrate, attendendo per il rimborso i tempi dell’ufficio.

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