Queste sono le modalità più semplici per venire a conoscenza dello stato sulla propria condizione finanziaria nel rapporto con l’istituto. I particolari
In un periodo di crisi come quello che si sta vivendo da più di un anno (altalenante, ma prolungato) uno dei principali timori – ed in effetti il rischio concreto c’è – di un soggetto è quello di contrarre un debito; una paura pari, o che viaggia di pari passo, con la percezione di perdere dei risparmi. D’altronde, l’elevato costo della vita che l’inflazione ha abbattuto sui prezzi al consumo, ha generato il tanto temuto impoverimento in molti contesti familiari.
Anche nel contesto anticipatorio di tendere alla realizzazione di un desiderio come quello dell’acquisto di una casa, la componente inflazionistica ha imposto cure talvolta peggiore della malattia: ossia il rialzo dei tassi di interesse, operato dalla Banca Centrale Europea, quale forma di contrasto alla curva dei rincari. Dall’autunno scorso, la convenienza dei mutui a tasso fisso o variabile è stata annullata e i titolari di un finanziamento in restituzione hanno sofferto aumenti fino a 250 euro in più sulla rata mensile.
Il sopraggiungere di condizioni deteriori e il prolungarsi di queste può dunque annullare, o quantomeno ridurre la copertura delle garanzie che spesso vengono messe sul piatto nei confronti dell’istituto di credito che si appresta a concedere un mutuo od un più modesto prestito. In tale contesto, si rischia di spalancare le porte non solo ad una condizione di debito insanabile, ma anche alla messa all’indice del beneficiario, con la segnalazione in qualità di cattivo pagatore.
Il cosiddetto stato di insolvenza preclude inoltre alla concessione e alla erogazione di eventuali futuri finanziamenti; e ancor peggio, alla possibilità futura di aprire un conto corrente. Coloro che vogliono sapere (o hanno il sospetto) se sono stati inseriti nella “lista nera”, possono verificare il loro stato di segnalazione, tramite la richiesta all’intermediario finanziario con il quale hanno contratto il debito; oppure, presentando la richiesta alla Centrale Rischi (CR) della Banca d’Italia e ai SIC, i Sistemi di informazioni creditizie.
Gli archivi SIC sono regolarmente interrogati dalle banche proprio per verificare il merito creditizio e per valutare la puntualità dei loro clienti, od altrimenti per rilevare casi di insolvenza, appunto. Tale livello di affidabilità rappresenta il canone che consente di concedere prestiti e mutui. Lo stesso privato cittadino può rivolgersi direttamente alla CR; il servizio è gratuito e fornisce solamente i dati registrati a proprio nome. È sufficiente accedere con SPID o CNS alla piattaforma dei Servizi online, al box “Richiedi i dati”.