L’accettazione dell’eredità comporta l’assunzione di responsabilità nei confronti di eventuali difformità non sanate dal de cuius. Quali sono le conseguenze
Un lutto in famiglia o tra la parentela è, come si sa, un evento tragico e senza rimedi. Le settimane e i mesi successivi saranno impiegati dai membri familiari non a ricucire un equilibrio, quanto piuttosto, inesorabilmente, a sostituirlo con un altro. Le ferite sono in primis affettive, ma non in rari contesti, ciò che sarà da colmare non è altro che una voragine economica che pende sui superstiti.
La condizione si fa particolarmente difficile quando il decesso coinvolge il principale titolare del reddito di famiglia, ossia il soggetto che ha avuto a carico gli altri componenti economicamente non autosufficienti. Se il de cuius ha percepito, fino al sopraggiungere della dipartita, un trattamento pensionistico INPS, l’INPS garantisce una quota mensile del rateo pensionistico (in percentuali stabilite) per l’altro coniuge e i figli (in assenza di costoro, a fratelli e sorelle, genitori ancora in vita, purché precedentemente a carico dello stesso). Si parla della cosiddetta pensione di reversibilità.
Abuso edilizio del defunto, quali responsabilità sono a carico degli eredi?
Il defunto può alternativamente rappresentare il titolare di una corposa quantità di beni ineccepibilmente trasmissibili: beni mobili, quali l’intestazione di un conto corrente, di un deposito di risparmi o di un portfolio di investimenti; ma anche beni immobiliari, come la titolarità sulla prima casa o su altri immobili, con tanto di eventuali rendite prodotte. La successione di questi beni può essere regolata da un testamento con le volontà scritte del soggetto, depositato presso un notaio; altrimenti le leggi in materia stessa regolarmentano con precisione le quote percentuali fino al sesto grado di parentela.
L’accettazione dei beni da parte dei legittimi eredi agevola il ricevimento di eventuali oneri ed onori portati dall’eredità. Potrebbe significare la possibilità di acquisire un ulteriore reddito, oppure di sobbarcarsi i debiti lasciati dal defunto. Lo sgradevole imprevisto si aggirerebbe soltanto rifiutando l’eredità. Ad ogni modo, ricade sulle spalle di un erede anche un abuso edilizio non sanato.
La presenza di un immobile con un abuso non condonato fa sì che gli eredi non possano richiedere la divisione del bene. In qualità della violazione della normativa locale, oltre a rappresentare un illecito penale, l’abuso edilizio chiama in causa l’erede a rispondere della contestazione di un reato. Ma sotto questo profilo il principio della responsabilità penale personale, presente nell’ordinamento, definisce la responsabilità dell’autore del reato, non dei suoi eredi o di eventuali acquirenti (anche quando sopraggiungerà, dopo quattro anni dall’abuso commesso, la prescrizione). Secondo le sentenze di alcuni Tribunali Amministrativi Regionali, le sanzioni amministrative con finalità ripristinatorie vengono trasmesse agli eredi; altri giudici hanno invece escluso le sanzioni amministrative urbanistiche a carico di questi ultimi. La Cassazione ha invece evidenziato come l’ordine di demolizione, con finalità di ripristino e riordinamento urbano, questo sì, deve farsene carico l’erede.