L’attivazione di particolari procedure da parte dell’Istituto lascia prevedere che si possano verificare ritardi sulle domande di marzo. Cosa succede
Nel corso del 2022, la presenza di una fitta maglia di bonus e sussidi da parte dello Stato non ha lasciato soli i numerosi italiani in difficoltà alle prese con il caro bollette e il caro vita, innescati dalla crisi energetica con gli eventi in Ucraina. In alcuni casi, si parla in realtà di misure assistenziali al reddito e contributi previdenziali già in essere, che sicuramente hanno impedito il peggioramento delle condizioni economiche in taluni contesti familiari.
Una volta esauriti gli effetti economici di tali misure – ed esaurito l’anno – il governo Meloni ha varato il destino degli strumenti in oggetto attraverso la sua legge di bilancio 2023. Si tratta sostanzialmente di un destino positivo, sebbene non privo di cambiamenti da metabolizzare, tanto più che la politica dell’attuale esecutivo è fortemente concentrata sullo status delle famiglie – con più figli, in particolare – e dei pensionati.
Incubo RdC: cosa ha attivato l’INPS nei confronti dei molti beneficiari
Il 1° gennaio 2023 ha rappresentato dunque la felice data per l’ufficializzazione del rinnovo di alcune essenziali misure erogate tramite l’INPS, ovverosia l’Assegno Unico e universale per le famiglie, il Reddito di Cittadinanza e molti bonus, tra i quali quello sulle nascita, sulla maternità per le mamme disoccupate, il bonus bollette e il bonus sociale. Insomma, tutti quegli aiuti che raggiungeranno quei redditi in difficoltà, emersi attraverso la dichiarazione ISEE al momento della domanda.
L’Assegno Unico per le famiglie – per tutte le famiglie, a prescindere dal reddito annuo – giunge così alla seconda annualità, in partenza proprio con il mese in corso, dopo il termine della presentazione delle domande, al 1° marzo 2023. Altro giro di boa anche per il Reddito di Cittadinanza, anche se la proroga riguarderà soltanto quest’anno, quando, al 2024, la misura cesserà per lasciar posto definitivamente alla MIA; inoltre, i cambiamenti nei requisiti di durata sono particolarmente impattanti.
Le mensilità di erogazione sono state ridotte a sette, anziché le precedenti 18 mensilità rinnovabili. Eccenzion fatta per chi all’interno del nucleo familiare ha figli minorenni a carico, disabili ed over 60; in questi casi, la durata dei pagamenti si estende fino alla fine di quest’anno. Questo mese, si è registrato il pagamento anticipato della “ricarica” di marzo, avvenuta il giorno 15, comprendente gli arretrati e la prima mensilità (per i nuovi richiedenti o i richiedenti del rinnovo). L’anticipo, pare, non abbia affatto investito tutti gli interessati, buona parte – invece – coinvolta nelle fitte verifiche iniziate dall’INPS. L’incrocio dei dati, tra ISEE e le informazioni sulla residenza in possesso dei Comuni, sta provocando, come è già avvenuto, una serie di ritardi di pagamenti, se non addirittura la sospensione. Si tratta dell’ennesimo “semaforo giallo” che i percettori dovranno osservare, mentre dovranno periodicamente consultare lo stato delle pratiche dal fascicolo previdenziale del portale INPS, per conoscere giorno del via libera.