Continuano le manovre sulle pensioni. In un caso sarà possibile lasciare il lavoro un anno prima per accedere alla previdenza un annon prima
Le discussioni sulle pensioni non accennano a diminuire anzi. D’altra parte questo è un argomento molto delicato e importante con risvolti che investono i diritti dei cittadini e al contempo la tenuta complessiva del sistema previdenziale. Al centro del confronto tra governo, parti sociali ed esperti del settore le modalità per evitare il ritorno della legge Fornero.
Al momento tra i temi dibattuti c’è quello relativo ad Opzione Donna, una delle varie modalità di pensione anticipata che sono state introdotte negli ultimi anni. Oggi la misura riguarda uno stretto numero di potenziali aventi diritto a causa dei ritocchi ai requisiti introdotti dal nuovo governo, ma qualcosa potrebbe cambiare.
Sta emergendo in queste ore la volontà del governo di apportare alcune modifiche allo scivolo pensionistico previsto per alcune lavoratrici. L’obiettivo è abbassare il limite anagrafico eliminando anche il vincolo dei figli. L’età minina per Opzione Donna sarebbe ridotta da 60 a 59 anni e l’accesso alla misura legato alla presenza di figlie, sarebbe abolito.
Ad essere coinvolte le lavoratrici con disabilità acclarata al 74%, le caregiver, cioè con un familiare con bisogno di assistenza per almeno sei mesi l’anno, le disoccupate o le dipendenti di aziende in crisi. Per tutti questi casi il vincolo della prole sarebbe eliminato. Ad accedere alla nuova riformulazione sarebbero poco più di 13mila donne, contro le 3mila aventi diritto con i requisiti in vigore attualmente.
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I costi previsti per la nuova Opzione Donna sono di circa 70-80 milioni di euro per l’anno in corso. Dunque una somma accettabile per le casse dello Stato, ma problemi sorgerebbero nel 2024 con un’aumento della platea e conseguentemente dei costi preventivati a 250-300 milioni di euro. Questo potrebbe rappresentare un problema di non facile soluzione.
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Comunque al momento si tratta di ipotesi, i tecnici del ministero del Lavoro di concerto con quelli del MEF (Ministero di Economia e Finanza) sono al lavoro per rendere operativa la nuova versione di Opzione Donna fin dalle prossime settimane, ma tutto ancora è in discussione.