Molti pensionati hanno cartelle esattoriali da pagare? Cosa accade in questo caso? La pensione può essere persa?
La pensione è senza ombra di dubbio il traguardo da raggiungere per chi ha lavorato per decenni e ora si vuole godere il meritato riposo. Nel nostro Paese l’entrata nel mondo pensionistico varia a seconda delle misure che il governo in carica ha promosso nel corso del suo mandato. Per quanto riguarda il 2023 il governo Meloni ha introdotto Quota 103 e prorogato Ape Sociale e Opzione Donna.
Il raggiungimento della pensione dipende quindi da vari fattori ma, generalmente, raggiungere questo traguardo non presenta particolari problemi. Ci sono però dei casi in cui alcune persone rischiano di perdere la pensione e questo accade quando gli interessati hanno dei problemi con il Fisco.
Pensioni, chi ha cartelle esattoriali rischia di perderla?
Alcuni italiani si possono vedere rigettata l’istanza di pensionamento o possono ricevere un pignoramento sul trattamento economico nel momento in cui hanno dei problemi con il Fisco. E’ questo il caso in cui si possiedono delle cartelle esattoriali che devono essere pagate. Il pignoramento del trattamento economico previdenziale è infatti lo strumento più veloce per il recupero del credito da parte del fisco o INPS.
Teoricamente i debiti previdenziali ricadono sull’assegno pensionistico mentre altre circostanze portano a compromettere il diritto al rilascio del trattamento economico previdenziale. Una cosa importante da dire, però, è che i debiti contratti con l’INPS non ledono il diritto alla pensione: questo significa che non c’è alcun problema per chi intende ottenere la pensione di vecchiaia ed ha cartelle esattoriali.
La presenza dei debiti non incide sul rilascio del trattamento economico previdenziale perché l’INPS tende ad affrontare la questione debitoria dopo aver accreditato il primo rateo di pensione. Solo a questo punto l’INPS chiederà al pensionato di onorare il debito. Inoltre, se cittadino è debitore nei confronti dell’INPS per omissione contributiva bisogna prestare molta attenzione.
Se sono soddisfatti tutti i requisiti per l’accesso alla pensione, l’INPS procede al rilascio del trattamento spettante non tenendo conto del debito contributivo, questo perché il cittadino in questo caso ha perfezionato il diritto alla quiescenza. Al contrario, se il debito contributivo inficia sul diritto alla pensione, il cittadino deve prima versare quanto dovuto all’INPS, per poi richiedere il rilascio del trattamento economico previdenziale.